Di seguito una nota dell’ingegner Domenico D’Ippolito (anche consigliere comunale di opposizione) il quale lamenta le eccessive lungaggini che caratterizzerebbero l’Ufficio tecnico del Comune di Oria:
Non è passato un anno dall’ultima nomina del responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici ed è già in atto una nuova selezione pubblica per l’assunzione a tempo determinato di un nuovo Responsabile che andrà a sostituire quello attuale.
I motivi di questo ennesimo “cambiamento” sono sconosciuti e a pagarne le conseguenze è ancora una volta l’Ufficio Tecnico, settore strategico e di forte riflesso economico sul territorio.
Preliminarmente è doveroso informare i cittadini che l’ancora attuale Responsabile è un ingegnere di Taranto scelto dal nostro Sindaco come responsabile dell’ufficio lavori pubblici con il precipuo compito di risollevare le sorti della nostra città.
Ogni privilegio gli è stato concesso dalla nostra Sindaca e lavorare da casa, lontano dalle tante problematiche comunali e dalle legittime richieste dei cittadini, è stata consuetudine acquisita fin dal suo insediamento ed ancor prima dell’emergenza Coronavirus.
Quando la sua presenza fisica in Comune diveniva indispensabile non raggiungeva quasi mai il posto di lavoro prima di mezzogiorno, lasciando in attesa dietro la sua porta tecnici, cittadini e imprese che, dopo un’estenuante attesa, spesso venivano licenziati senza avere avuto la possibilità di essere ricevuti o, ancor peggio, illusi di una tempestiva risoluzione delle problematiche riferite.
Biblici e senza precedenti sono i tempi di attesa per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche che, in barba ad ogni regolamento, contenente precise norme e tempi di rilascio, vengono concesse con estremo ritardo. A tal proposito, è notizia di mercoledì scorso l’ennesimo rinvio della commissione paesaggistica locale per volontà del prestigioso ingegnere avvenuta senza alcuna motivazione, il tutto, ovviamente, a discapito di quel poco di edilizia che resta in Oria e che continua a rimanere bloccata.
Altrettanto biblici sono i tempi di liquidazione delle fatture emesse dagli imprenditori locali che, pazientemente, dopo mesi dalla conclusione dei lavori o dalla messa a disposizione della fornitura, attendono il riconoscimento del sacrosanto diritto ad essere pagati.
L’estenuante attesa, però, cessa allorché si tratta di procedere con la liquidazione del lauto compenso ad un avvocato, appartenente al foro di Taranto, per il quale in pochi giorni sono state bonificate le somme dovute.
A tal proposito, bisogna rendere edotti i cittadini che l’Amministrazione ha facultato il nostro stimato Ingegnere a nominare egli stesso, nell’esercizio della propria autonomia, il citato avvocato (della cui capacità professionale non si discute) per l’attività di supporto, a carattere giuridico-legale, relativa all’organizzazione e alla gestione di una procedura di gara, che per ben due volte è andata deserta.
Per l’espletamento di tale attività il professionista è stato ricompensato dal Comune con la “modica” cifra di €. 3.806,40. Su tale gara molto si è già detto nei giorni scorsi sui possibili risvolti, anche di natura penale, relativi alle modalità di svolgimento della procedura la quale, però, sembra sia stata destinata al futuro responsabile.
Stante il ritardo con cui lo stimatissimo Ingegnere rilascia le autorizzazioni allo scavo, lunghi sono anche i mesi di attesa per i cittadini che avanzano richiesta all’AQP per l’ allaccio di acqua e fogna e alla società di Rete Gas per l’allaccio del metano. Si tratta di autorizzazioni che in molti casi, credetemi, potrebbero essere rilasciate in giornata.
Ma la cosa che più sconvolge è che tutto ciò avviene di fronte all’inerzia dei nostri eminenti Amministratori che, lungi dall’avere a cuore l’interesse dei cittadini, continuano imperterriti a perdersi nei meandri di sterili comunicati e inutili rappresentanze, trascurando le legittime richieste dei cittadini.
E’ evidente a tutti come quanto sopra detto sia solo il frutto di una politica sterile che ha come protagonisti dei novelli sprovveduti che non hanno avuto remora alcuna nel proclamarsi, con presunzione, capaci di saper ben governare il paese.
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