Da domani (18 maggio) si riparte, riecco anche i nostri locali del cuore: siamo fiduciosi ma soprattutto responsabili

Il Giba in piazza Umberto I a Francavilla pronto a riaccogliere i clienti in piena sicurezza (grazie anche alla loro responsabilità)
Se ci pensate, fino a due mesi e qualcosa fa sembrava tutto scontato.
Dove si va stasera? A Francavilla come altrove c’era soltanto l’imbarazzo della scelta. Insomma, bastava scegliere. Nella speranza di essere fortunati, per giornata, prodotto e servizio.
In questi ultimi due mesi e più, siamo passati dall’inverno a una primavera inoltrata senza neppure quasi accorgercene. A tal punto che ora, da un giorno all’altro, non sappiamo nemmeno come vestirci. Sappiamo, però, di guanti e soprattutto mascherine.
Da domani (18 maggio 2020) si riparte, anche se a ranghi ridotti: da un lato, titolari e gestori che hanno fatto la loro parte per restare vivi; dall’altro, gli avventori (abituali e no) che hanno fatto la loro parte per restare vivi insieme coi loro cari.
Un fattore accomuna entrambe le parti: un timore di fondo finora sconosciuto.
Il timore di non farcela di chi non ha lavorato o ha lavorato poco, pochissimo: come bar e ristoranti, come chi nei bar e nei ristoranti (e in tutti gli altri esercizi chiusi, compresi quelli artigianali) era solito andarci. Il timore di ammalarsi proprio quando una parte della nottata non sarà alle spalle, ma appare ottimisticamente più affrontabile. 
Il 18 maggio è la data ormai ufficiale di una primissima ripartenza, che mai e poi mai sarà come lo scorso febbraio. Questo sappiamolo, di ciò siamo innanzitutto coscienti.
La parola d’ordine dev’essere fiducia. Una fiducia bilaterale o, meglio, multilaterale e reciproca. Titolari e gestori faranno il loro. Noi avventori facciamo il nostro.
Quello di domani non sarà né, per ora, potrà essere un completo ritorno alla normalità perduta.
Sarà una semi-libertà o, almeno, una libertà vigilata, una restrizione responsabile.
Accanto alla parola d’ordine fiducia ci mettiamo dunque la parola responsabilità.
Da domani – il fatidico 18 maggio – saremo più o meno tutti in giro, ma magari con estrema cautela.
Il virus non è sconfitto, così come non sono sconfitte la volontà dei nostri commercianti, artigiani e imprenditori di continuare a fare del loro meglio. Non è sconfitta la nostra voglia di continuare a premiarli e a premiarci: dal vivo, col take-away o col domicilio.
Torniamo a starci vicini idealmente e un po’ più fisicamente, ma pur sempre a distanza di sicurezza: mascherina, guanti e un’enorme prudenza.
In bocca al lupo a chi riparte e anche a tutti gli altri ripartiti o in attesa di farlo.
Non abbiamo certo scherzato e, anzi, abbiamo sofferto in lockdown né dovremo farlo in questa seconda fase, persino più delicata rispetto alla prima.
Siamo forti e accorti, tutti assieme. Comportiamoci da comunità seria.
Perché se noi tutti non potremo guardarci in faccia e riconoscerci a causa della mascherina, sappiamo che il virus – mascherina o meno – non ha mai guardato in faccia nessuno.
Con questa “bestia” ci spetta ancora convivere, intanto sappiamo convivere e sopravvivere con e tra noi.
In bocca al lupo a tutti!
Forza!
Eliseo Zanzarelli

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