Di seguito una nota congiunta del consigliere comunale Giancarlo Marinò e del coordinatore cittadino Umberto Peluso (Forza Italia):
Tra coloro i quali si sono visti negare da questa Amministrazione e dal Sindaco i buoni alimentari vi sono, a Oria, famiglie che hanno la “sfortuna” (ci sarebbe da ridere se non fosse tutto così triste) di percepire una modesta pensione sociale, o di invalidità di 280 Euro. L’essere percettori di quel minimo reddito li ha visti esclusi dalla distribuzione dei buoni spesa, quella procedura che senza pudore l’assessore al ramo ha definito “la migliore al confronto con altri comuni”.
Per volontà dell’Amministrazione e del Sindaco, sono state scartate tutte le famiglie che l’INPS considera in “stato di bisogno” altrimenti le stesse non avrebbero beneficiato di RDC, o reddito di inclusione, ovviamente.
Queste famiglie, sono state penalizzate all’accesso ai buoni da scelte scellerate dell’Amministrazione del Cambiamento.
Al contrario in questi giorni molti cittadini si stanno chiedendo come mai tra i destinatari dei buoni spesa legati all’emergenza COVID-19 vi siano anche coloro i quali sembrerebbero non averne diritto.
Analizzando il problema, appare subito chiaro come tutto ciò non sia stato espressamente vietato.
Secondo quanto previsto dalla domanda per accedere ai buoni spesa, le uniche due discriminanti in merito all’ottenimento del buono erano
-che a causa dell’emergenza sociosanitaria ha sospeso dal ____ / ____ / ______ la propria attività lavorativa/ commerciale consistente in… (commercianti, artigiani, e piccoli imprenditori e altri)
– non svolgere attualmente attività lavorativa e che i componenti del proprio nucleo familiare anagrafico non percepiscono alcun reddito”.
Tutto ciò ha consentito anche a chi aveva una importante capacità di risparmio e magari alcune proprietà in locazione e temporaneamente aveva dovuto chiudere la propria attività commerciale per l’emergenza COVID-19 di poter presentare la domanda ed accedere ai buoni spesa.
Questo rappresenta evidentemente un vulnus che questa Amministrazione avrebbe dovuto prevedere ed evitare, ma per il momento soprassediamo e concentriamoci sul secondo aspetto. Colui il quale ha avuto accesso ai buoni spesa senza averne diritto, come da esempio riportato, incorrerà in sanzioni amministrative o peggio penali?
NO, perché nella domanda per accedere agli aiuti alimentari il comune non ha chiesto al richiedente di dichiarare lo “stato di bisogno ” (caso unico nella Provincia, e forse anche nel resto d’Italia, a guardare le modulistiche presenti negli albi pretori degli altri comuni).
In una successiva fase di verifica al richiedente/percettore, nessun giudice potrebbe mai condannarlo per aver dichiarato il falso, visto che non gli è stato chiesto, nella domanda stessa, di asserire che verte in “stato di bisogno”, così come previsto dal OCDPC.
Questa volontà dell’Amministrazione del Cambiamento e del Sindaco è confermata dagli atti con cui hanno assegnato i buoni che prevedevano come criteri di lavorazione l’ordine di arrivo delle domande (anche su questo aspetto c’è opacità, ma si ritornerà nei prossimi giorni su tale argomento) e di scartare chi riceve un sostegno dallo Stato in virtù del fatto che vive in condizioni di disagio economico.
Bisognerebbe chiederlo a qualche giurisdizione amministrativa cosa pensi di questa erogazione fatta con tali modalità, ma questo è un altro discorso, che si affronterà in altre sedi.
Un’ assurdità bella e buona.
Tutt’altro rispetto al principio di equità tanto acclamato quanto sconosciuto all’assessore al ramo.
Come sempre, le parole di questa Amministrazione e di questo Sindaco si scontrano con la dura realtà dei fatti. Oria non lo merita.
Giancarlo Marinò – Consigliere Comunale -FI
Umberto Peluso – Coordinatore Cittadino – FI
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