“Gli errori commessi nella gestione della sanità pubblica brindisina sono alla base del gran numero di contagi verificatisi in questa provincia. Un fatto gravissimo che non può essere tollerato. Bisogna individuare responsabilità e ripristinare livelli accettabili di assistenza”.
Lo afferma il parlamentare brindisino Mauro D’Attis (Forza Italia) il quale ha rivolto una circostanziata interrogazione (sottoscritta anche dai parlamentari Sisto, Labriola ed Elvira Savino) al Ministro della Salute Roberto Speranza perché si faccia chiarezza su quanto sta accadendo a Brindisi.
Nel documento si fa rilevare che la Regione Puglia ha deliberatamente ignorato le indicazioni del Governo circa la necessità di individuare nosocomi “covid” e nosocomi “no covid”, lasciando solo ai casi eccezionali la possibilità di ricoveri misti, ma a condizione che gli ambienti fossero nettamente separati.
Nell’ospedale Perrino di Brindisi, invece, questa separazione non c’è stata (la suddivisione è avvenuta per piani e non per ali, senza uso esclusivo di ascensori e senza percorsi dedicati) e quindi è stata sostanzialmente bloccata l’attività di assistenza sanitaria “ordinaria”, con gravissime ripercussioni, soprattutto per gli ammalati cronici.
Tutto questo ha provocato il contagio di medici, infermieri e personale ausiliario, oltre alla chiusura di reparti di vitale importanza come chirurgia e pneumologia.
L’on. D’Attis fa rilevare anche che finanche la direzione sanitaria del Perrino, lo scorso 18 aprile, dopo aver ricevuto le ultime indicazioni dalla Regione, ha sospeso i percorsi “covid”, con la conseguente ammissione degli errori commessi.
Ma l’aspetto ancora più grave è rappresentato dall’inaccettabile ritardo (nonostante le sollecitazioni dell’Ordine dei medici) nell’attivazione di un laboratorio di biologia molecolare per poter processare i tamponi da eseguire sia al personale sanitario che ai pazienti. Un fatto stigmatizzato anche dal primario di un reparto “covid” il quale ha parlato chiaramente di grossi ritardi, per effetto di difetti organizzativi iniziali.
Va detto che D’Attis aveva già inutilmente richiesto l’intervento del Ministro della Salute. Oggi, a fronte di una situazione che si è ulteriormente aggravata, gli interroganti chiedono che si effettui una immediata verifica della situazione nel Perrino, con particolare riferimento alle conseguenze provocate dal ritardo nell’attivazione del laboratorio e dalla mancata netta separazione tra reparti “covid” e “no covid”.
D’Attis, inoltre, ha interrogato il Ministro della Salute anche sulla drammatica vicenda della Rssa “Il Focolare” di Brindisi, dove si registrano 102 contagi (tra operatori e ospiti della struttura), con numerosi decessi. Una situazione che ha fatto balzare la provincia di Brindisi ai primi posti nel Mezzogiorno in termini di numero di contagi rispetto alla popolazione.
Nell’interrogazione si fa rilevare che la direzione della stessa Rssa avrebbe adottato (con largo anticipo rispetto alle circolari nazionali e regionali) misure di prevenzione della diffusione del contagio. Le richieste di far sottoporre operatori e ospiti al tampone rino-faringeo sarebbero rimaste inascoltate per molti giorni, determinando le condizioni perché nella struttura esplodesse il contagio.
Anche in questo caso, l’on. D’Attis aveva chiesto l’intervento del Ministro lo scorso 14 aprile, ma adesso lo interroga per sapere se non ritiene di dover agire per stabilire le responsabilità della Regione Puglia e dell’Asl nella gestione della complessa situazione di questa Rssa, partendo proprio dai ritardi nell’effettuazione dei tamponi e dalla gestione di un’ospite del Focolare ricoverata nel Perrino e poi rientrata nella Rssa. Ma l’aspetto più importante sottoposto al Ministro riguarda il mancato rispetto dell’articolo 66 del Regolamento regionale n. 4 del 18/1/2007 che prescrive che l’assistenza medica generica e specialistica alle Rssa spetta all’Asl competente territorialmente. Esattamente ciò che non è avvenuto nel caso di Brindisi.
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