Voleva solo cercarsi una “giornata”. O magari un contratto duraturo e in regola o, insomma, qualcosina per campare. Era in cerca di un lavoro purché fosse. E, invece, ha trovato le botte: un colpo in testa, un altro in faccia. Sarebbe quanto accaduto, ieri mattina (venerdì 21 febbraio), poco prima delle 9, a un 20enne del Mali, ospite del Siproimi (ex Sprar) Sadaka di Torre Santa Susanna. Come spesso fanno questi ragazzi, anch’egli ieri ha inforcato la bici ed è partito. Sì, partito, ma non per chissà dove. È partito per cercare lavoro, un lavoro umile ma pur sempre un lavoro. Di buonora e con tutte le buone intenzioni del caso, in sella alla sua due-ruote si è diretto sulla provinciale Torre-Mesagne. Gli è piaciuto un fondo agricolo e si è proposto: “Cerco lavoro”, pare abbia detto. Il giovane maliano l’avrebbe detto persino balbettando, quasi in punta di piedi.
C’erano due grossi cani che gli facevano paura in quella proprietà privata. E, infatti, si sarebbe inizialmente fermato di fuori, fin quando qualcuno, dall’interno, gli avrebbe detto:”Vieni, avvicinati, ché i cani non ti fanno niente”. Il giovane di colore così ha fatto, si è fidato, ha raggiunto la casa rurale e manifestato le sue più nobili – perché chi vuol lavorare è sempre nobile – intenzioni agli umani presenti.Era vero: i cani non gli hanno fatto nulla, ma una volta entrato in quella proprietà privata sarebbe stato letteralmente aggredito da almeno tre persone che – sempre stando al suo racconto – avrebbero sfogato su e contro di lui i loro istinti primordiali. Un colpo in testa probabilmente con un attrezzo da lavoro agricolo, poi una botta sul volto.
Poi il ragazzo avrebbe preso a correre forte, fortissimo “come il vento che soffia”, a mo’ di novello Forrest Gump, lungo la provinciale. Soccorso da un automobilista di passaggio a circa tre chilometri dal centro abitato di Torre Santa Susanna, è stato riaccompagnato in comunità, poi portato in ospedale a Francavilla Fontana: 15 punti di sutura in testa, un dente che ancora ciondola.
Questo il tributo, di fatto, da lui pagato. Che si sia trattato di pregiudizio o, peggio, di razzismo, è tutto da dimostrare. Del caso si occupano i carabinieri, cui lo stesso aggredito e i responsabili del Siproimi, facente parte della rete del Consorzio Nuvola, hanno prontamente denunciato l’accaduto.
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