Si pubblica qui di seguito un intervento a cura del professor Giorgio Martucci, studioso di storia locale e membro dell’Accademia degli Imperiali:
Le tradizioni, se non vengono curate, svaniscono e scompaiono completamente dalla memoria di un popolo, riducendone il patrimonio culturale di quella collettività.
Ciò è quanto sta accadendo a Francavilla per quanto riguarda la secolare ricorrenza della Madonna delle Grazie, che era festeggiata il 21 novembre di ogni anno.
La ricorrenza è stata rievocata dettagliatamente dal compianto Domenico Di Castri, nel suo libro sul pittore e statuario Nicola Distante. Nei giorni precedenti si svolgeva la novena nella chiesa dello Spirito Santo, a Porta Cappuccini, e da lì partiva la processione trasportando l’omonima statua per la celebrazione della Messa davanti alla singolare chiesa a pianta ottagonale intitolata proprio alla Madonna delle Grazie. La ricorrenza aveva non solo un’importanza religiosa, ma anche un significato popolare, data la prevalenza dell’economia agricola della città. Si parlava infatti della Madonna di “mezza semina”, per ringraziamento al periodo in cui si svolgeva la semina e come auspicio al buon raccolto nell’anno successivo.
La tradizione si è continuata regolarmente nel periodo fra le due guerre mondiali, quando a volte la Messa è stata celebrata esternamente alla chiesa, così come documentato in una foto d’epoca. Anche successivamente, nel periodo di Don Crocefisso Camassa, di Don Leonardo Delfino e, sporadicamente negli anni in cui sono stati parroci, Don Franco De Padova, Don Fernando Mancino e l’attuale Don Gianfranco Aquino, si è svolta la ricorrenza devozionale. Anzi, pochissimi anni or sono, la statua raffigurante la Madonna delle Grazie, opera risalente a oltre cento anni fa, realizzata da Nicola Distante, è stata restaurata da Pietro Balsamo, a conferma che tale devozione non è totalmente ignorata.
Per quanto riguarda l’epoca precisa e la finalità per cui sorse tale chiesa, si ritiene di dover escludere che l’edificio fosse stato costruito in una sola notte ad opera di personaggi misteriosi. E’molto più accreditabile la tesi che sia stata costruita dalla principessa Aurelia Imperiali, come ringraziamento per essersi salvata da un temporale avvenuto in quel luogo, da cui passava per recarsi a Martina Franca. Aurelia era figlia di Michele, primo principe di Francavilla, e di Brigida Grimaldi, nata il 1646, sposò nel 1663 (a 17 anni) il duca Petraccone Caracciolo, madre di ben sei figli, rimase vedova nel 1704 e morì nel 1718 (a 72 anni). Tuttavia nonostante una fonte storica stabilisce che il progetto risale al 1646, Aurelia era ancora una bambina di tre anni, per cui è maggiormente plausibile che il grave temporale sia avvenuto dopo il 1663, anno del suo matrimonio,cioè quando aveva necessità di spostarsi fra le due località. Da quell’epoca in poi non sono mai mancate le descrizioni dell’edificio in occasione delle numerose visite pastorali.
Al momento, non sono ancora stabilite le cause tecniche della sua pericolosità statica e si vocifera sulla sua futura destinazione d’uso, ma sono da respingere alcune ipotesi che rasentano l’irriverenza.
L’edificio merita sempre più la sua salvaguardia, così come può meritare la colonna terminale della via Appia a Brindisi o un obelisco egizio di Roma.
Giorgio Martucci
Francavilla Fontana, novembre 2019.