Non aderisco da molto tempo ad alcun partito anche se mi riconosco, con orgoglio, nelle radici culturali del pensiero politico nato dal popolarismo di Sturzo e De Gasperi poi maturato nel cattolicesimo democratico di La Pira, Moro e Dossetti. Su questi temi è bene affermare che “noi siamo nani sulle spalle di giganti”.
Per queste ragioni, non pretendo di esserne interprete autorevole ma non posso, nello stesso tempo, leggere lezioni su questo “pensiero forte” da chi, purtroppo, confonde “popolarismo” con “populismo”.
La riflessione di Luigi Sturzo, oggi ancora attuale, riguarda la ferma convinzione che il popolarismo non può mai tradire i principi del pluralismo di una democrazia rappresentativa. Riconosce che la democrazia o è inclusiva o non è; se non considera tutti uguali e liberi, nega se stessa. Il suo popolarismo si distingue dal populismo che lui definisce un atteggiamento politico “parlaiuolo e follaiuolo”. Anzi il popolarismo si presenta come antidoto al populismo che utilizza un’idea di popolo come soggetto nebuloso ed indistinto. E fu per questo che Sturzo fu costretto da un’ideologia di destra a scappare dall’Italiano ed emigrare a Londra.
Ritengo allora che si fa una grossolana confusione al solo scopo di giustificare comportamenti che si giudicano da soli. Rispetto chi liberamente ha perseguito altri disegni e scelte politiche, ma correttezza e coerenza etica avrebbero meritato di non abusare di un incarico politico ( consigliera provinciale) che non le compete perché ottenuto a sostegno dell’attuale presidente Riccardo Rossi. Evidentemente la Lega attacca le poltrone degli altri ma si attacca alla propria, anche se non le appartiene.Mimmo Tardio, Consigliere Comunale di ART.9
