Condanna a quattro anni di reclusione e al risarcimento dei danni per un 50enne operaio edile di Francavilla Fontana, che il 25 luglio 2017 fu arrestato in flagranza dai carabinieri, cui oppose resistenza e che colpì con calci e pugni, proprio mentre maltrattava la convivente e la loro figlia maggiorenne. Fu proprio quest’ultima, esasperata dai continui comportamenti violenti dell’uomo, a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine: madre e figlia, quest’ultima assistita dall’avvocato Angelo di Mitri del Foro di Brindisi, si costituirono parti civili nel processo il cui primo grado si è concluso lo scorso 1 ottobre.
In particolare, anche quel giorno, l’uomo percosse la convivente, le scagliò contro un televisore e le rivolse insulti quali “puttana”, “troia”, “cogliona”; poi ne ebbe anche per la figlia, strattonata e colpita con uno schiaffo sul collo. Le due donne furono costrette e ricorrere alle cure ospedaliere. All’arrivo dei carabinieri tentò la fuga e di divincolarsi a suon di calci e colpi in testa ai militari, che però seppur non senza difficoltà riuscirono a immobilizzarlo e a condurlo in caserma.
A distanza di poco più di due anni ecco il conto della giustizia.
I maltrattamenti in famiglia, che spesso purtroppo restano sommersi, sono tra i casi più di frequente trattati nel Tribunale penale brindisino. L’attualità del fenomeno è dimostrata dai vari interventi in materia da parte del legislatore, che di recente ha introdotto il cosiddetto “codice rosso” (legge del 19 luglio 2019) che da una parte inasprisce le pene per gli autori dei maltrattamenti, dall’altro garantisce un maggior sostegno alle vittime degli stessi.
googletag.defineSlot('/21823520959/lostrillonenews-correlati', [[1, 1], [500, 450]], 'div-gpt-ad-1498835142353-0').addService(googletag.pubads()).setTargeting();
googletag.pubads().enableSyncRendering();googletag.enableServices();googletag.display('div-gpt-ad-1498835142353-0');