di Francesca Marrazzo*
Guardiamo un po’ da vicino questo gioco che in questi mesi sta coinvolgendo tantissimi adolescenti, tanto da scatenare un vero e proprio fenomeno per le strade delle nostre città.
Ma cos’è il Samara Challenge?
Perché si manifestano questi tipi di sfide? Quali sono i pericoli per la società?
Samara Challenge prende innanzitutto il nome da Samara Morgan, la protagonista del film horror “The Ring”, la sfida consiste nel travestirsi e diffondere paura tra la gente.
La paura è una delle prime reazioni che abbiamo dalla nascita e fa parte delle caratteristiche più istintive dell’uomo, come quando si giocava a nascondino e si usciva fuori per far paura agli altri.
La paura ha un impatto immediato su chi la subisce, dando per un momento un senso di potere all’artefice; per questo sui social nasce una nuova moda di vere e proprie sfide alla paura, che si diffondono soprattutto tra i più giovani.
I ragazzi godono all’idea di suscitare terrore, incuranti degli altri ed incoraggiati dai like sui social che crescono ad ogni video pubblicato.
● Perché gli adolescenti lo fanno?
– Perché sono alla ricerca di consenso, di approvazione da parte dei gruppi, perché si trovano in una fase critica della costituzione del proprio sé.
● Cosa può fare un genitore?
– Parlare con il proprio figlio, conoscere le motivazioni per le quali è spinto a voler mettere in pratica tale sfida. Comunicare ed ascoltare sono le migliori armi per non porre il ragazzo in una posizione di sfida contro i genitori.
● Quali sono le problematiche che potrebbero sorgere per la società?
– Oggi ci troviamo in una società dove tutto si vuole e tutto si ottiene, senza pensare alle conseguenze; i rischi possono essere quelli di risse, liti ed una trasformazione da scherzo goliardico a veri e propri problemi di aggressività tra gli stessi giovani, infatti la risposta alla sfida Samara Challenge, per diffondere paura, è stata Alla ricerca di Samara, con l’intento di sferrare calci e pugni alla stessa protagonista del gioco.
Ci auguriamo che questo fenomeno possa, come tutti gli altri, cessare al più presto e senza danni, soprattutto che non venga rimpiazzato da nessun’altra sfida ancora più pericolosa.
*Sociologa e criminologa (specializzata in criminologia clinica e dei delitti passionali)
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