Sono trascorsi 28 anni da quando l’11 agosto 1991 – in un contesto piuttosto oscuro di faide di paese in ambito Scu – scomparvero Salvatora Tieni e Nicola Guerriero, residenti a Torre Santa Susanna. Prima era scomparso loro figlio Romolo che era autista per conto di una delle famiglie di mala che si contendevano il predominio sul territorio. Solo nel 1990, nove persone nel comune di Torre Santa Susanna erano state vittime della cosiddetta lupara bianca. Salvatora e Nicola, suo marito, decisero di testimoniare contro il clan Bruno, che ritenevano responsabile della scomparsa di loro figlio. Quel maledetto 11 agosto, però, la coppia scomparve a sua volta nel nulla con la sua motoape: i coniugi si stavano recando in un loro podere di contrada Monticelli per portare da mangiare ai cani. Il corpo del figlio Romolo fu trovato soltanto dopo la loro morte grazie alle dichiarazioni di un pentito: era stato ucciso e sepolto proprio in prossimità del podere di contrada Monticelli. Dopo la morte dei genitori, l’altra loro figlia, Cosima, divenne testimone di giustizia e inserita in un programma di protezione. Anch’ella cercò invano di contribuire a individuare gli assassini di Salvatora e Nicola. E questi ultimi anche quest’anno sono stati commemorati… in silenzio.