I militari hanno localizzato Misuraca a Oria, in un appartamento in via Dei Mille. Quando gli investigatori hanno citofonato, nessuno ha aperto la porta, così gli uomini delle Api (Aliquota di pronto intervento) di Brindisi, fatti convergere sul posto, hanno deciso di sfondarla. Il ricercato si era però dato alla fuga da una finestra per poi raggiungere dai tetti un cunicolo predisposto per l’occasione in un edificio adiacente. Stanato ugualmente, l’uomo ha opposto resistenza e si è scagliato contro i carabinieri, che comunque sono riusciti a immobilizzarlo.
Misuraca – già noto alle forze dell’ordine – è ritenuto il leader del gruppo di rapinatori (tre operativi più un ‘palo’) che nel giorno dell’antivigilia di Natale scorso, irruppe nel deposito dell’area logistica di “Magrì Arreda”: con pistole e fucile, i tre s’impossessarono di circa 30mila euro (5.975 in assegni, il resto in banconote) e infine fuggirono a bordo di una Fiat Palio, rubata nella mattinata a Sava, guidata da un quarto complice.
Nel corso della rapina, Misuraca, gli avrebbe prima puntato il fucile contro e poi sferrato un pugno in volto a un dipendente del mobilificio.
Successivamente, la Fiat Palio è stata incendiata, mentre il quartetto ha rapinato un automobilista della sua Fiat Panda per garantirsi una fuga “pulita”
Ciò è emerso dalle ricostruzioni investigative dei carabinieri in forza al Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana, coi quali hanno concordato prima la Procura e poi anche il gip.
Dall’analisi delle telecamere è merso come, tra le altre cose, alle 7,40 del mattino sia Misuraca che suo cognato 53enne Bruno Leo (arrestato il 5 luglio) si trovassero insieme a Sava, dove fu rubata la Fiat Palio poi usata per il colpo infine data alle fiamme, proprio come la Fiat Panda sottratta a un automobilista di passaggio.
Oltre che le registrazioni delle telecamere, si sono rivelate importanti anche le testimonianze raccolte dopo la rapina, con particolare riguardo agli indumenti indossati dagli autori della stessa.
Come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, i due arrestati hanno dimostrato particolare disinvoltura e spregiudicatezza nella commissione dei reati di cui sono, nonché la disponibilità di armi, pistole e fucili. Leo e Misuraca sono già gravati da altre vicende di natura penale, con il secondo anche condannato per reati associativi di tipo mafioso e sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno.
“È importante sottolineare – hanno tenuto a precisare i carabinieri del Comando provinciale durante la conferenza stampa di stamane – che anche la complessa attività investigativa finalizzata alla cattura del Misuraca, è stata condotta sotto l’egida della Procura della Repubblica di Brindisi, nella persona del procuratore aggiunto dottor Antonio Negro. Determinante durante le fasi cruciali della localizzazione e della cattura del latitante, è stato il ruolo dei carabinieri delle Stazioni di Francavilla Fontana e Oria, che hanno sviluppato una fitta attività info-investigativa in ausilio dei colleghi dell’aliquota operativa del Nucleo radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana che hanno svolto senza risparmio di energie le indagini e le ricerche del latitante, nonché l’apporto fornito dalle Api (Aliquote di Primo Intervento) inviate appositamente da Brindisi per svolgere l’irruzione nella massima sicurezza. Si tratta di personale proveniente dai Nuclei radiomobili che svolge uno specifico corso addestrativo di formazione della durata di 4 settimane, direttamente coordinato dagli istruttori del Gruppo d’Intervento Speciale (Gis– le “teste di cuoio”) dei carabinieri. Il corso prevede specifiche nozioni di combattimento in ambiente urbano oltre all’addestramento al tiro statico e dinamico con dotazioni d’armamento specifico. Le Api sono idonee a fronteggiare con rapidità e risolutezza minacce impegnative ed improvvise anche di natura terroristica, scopo per cui sono state create. Permanentemente schierate in 16 capoluoghi di provincia in ambito nazionale, oltre che nei due Reparti dei Cacciatori di Calabria e Sardegna, sono poste sotto il Comando del locale comandante provinciale dei Carabinieri”.