Deve scontare una pena di un anno e sei mesi di reclusione dopo essere stato condannato per maltrattamenti in famiglia. I carabinieri della Stazione di Ceglie Messapica hanno eseguito un provvedimento, emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Lecce, a carico di un 67enne cegliese. I fatti a seguito die quali è stato condannato risalgono al 16 giugno 2017, quando alle 15,40 il figlio della convivente dell’uomo si presentò i caserma e, agitato e in lacrime, riferì che l’uomo – tornato a casa ubriaco – stava picchiando violentemente sua madre. La donna fu poi trasportata al pronto soccorso con un trauma contusivo al braccio sinistro e poi sporse denuncia nei confronti del convivente per le minacce, le ingiurie, le percosse e le violenze subite e sottaciute per anni e anni. Ciò, stando al racconto della vittima, avveniva soprattutto al sabato e alla domenica, quando l’uomo – di ritorno dal lavoro fuori sede – era solito ubriacarsi e poi sfogare le sue frustrazioni sulla convivente e sul figlio di lei. In un’occasione, con un martello aveva dapprima distrutto i telefoni cellulari della donna, poi tentato di colpirla alla testa fino all’intervento provvidenziale del ragazzo. Insomma, tutta una serie di angherie e soprusi mai denunciati per paura di ritorsioni. Così, a seguito della condanna e dopo le formalità, il 67enne è stato sottoposto alla detenzione domiciliare. Il giudice ha rigettato l’istanza di affidamento in prova ai Servizi sociali.