
L’uomo era già stato arrestato in flagranza lo scorso 30 marzo, quando i militari dell’Arma – contattati dia vicini – erano giunti a casa della famiglia da cui provenivano urla e rumori preoccupanti. Ad accogliere gli investigatori era stato proprio il 43enne con calci e pugni. Dopo averlo bloccato, i carabinieri si erano fatti raccontare dai coniugi tutta una serie di episodi di cui erano rimasti vittime negli ultimi anni: richieste farneticanti da parte del figlio – con alle spalle un vissuto problematico – che avrebbe tenuto in scacco i genitori, anche percossi, pretendendo da loro denaro e l’uso esclusivo dell’auto.
Stando alle ricostruzioni dei militari, marito e moglie (problemi di vista per lui, diabetica lei) avrebbero vissuto un perenne calvario fatto di mortificazioni e maltrattamenti: come quando sono stati costretti, nottetempo, a chiudersi a chiave in camera per il timore di essere aggrediti nel sonno. Il quadro è stato presentato al pubblico ministero, che ha concordato con le risultanze investigative, così come poi il giudice per le indagini preliminari, che ha concesso la misura cautelare: dopo le formalità, è stato quindi sottoposto ai domiciliari.