“Vivere il paese guardando il cielo”: il fascino e il mistero intatti dei pappamusci francavillesi

Cavallo, Arpa e della Corte – Confraternita del Carmine – Foto: Enzo Balestra
Giuseppe Arpa e Carmine della Corte (vice priore e priore della Confraternita del Carmine) – Foto: Enzo Balestra

Fede, devozione, spiritualità e folclore. Ciò che da sempre lega i Riti della Settimana Santa e i “pappamusci” di Francavilla Fontana.
Nel solco della tradizione religiosa e popolare i pappamusci, coppie di penitenti scalzi e incappucciati, da sempre si portano a presso fascino e mistero per grandi e piccoli, per credenti e no, capaci come sono di coinvolgere l’intera comunità cittadina.

Emblemi del periodo pasquale tanto da aver spinto l’Amministrazione comunale, di concerto con la Confraternita del Carmine (la “casa” dei pappamusci)  a ospitare il convegno “Vivere il paese guardando il cielo”, tenutosi la sera del 4 marzo nella sala del Lampadario di Castello Imperiali.

Agostino Cavallo, portavoce della Confraternita del Carmine – Foto: Enzo Balestra

Al centro della discussione le origini storiche del pellegrinaggio dei penitenti, gli abiti di rito e i simboli a essi associati ma senza dimenticare l’importanza di queste figure per l’identità culturale e religiosa della Città degli Imperiali.

La notte è suggestiva tra il Giovedì e il Venerdì Santo, in cui si alternano il suono della “trenula” e il passo lento e silenzioso dei penitenti che riecheggia sul pavimento di marmo delle chiese.

Pappamusci: un nome che rappresenta la tradizione di coppie di confratelli appartenenti alla Congregazione del Carmine ma soprattutto di pellegrini che per voto, spesso rinnovato per molti anni, dalla sera del Giovedì Santo e fino al tramonto del Venerdì, attraversano scalzi le vie della città, incappucciati e con il tipico bastone dei viaggiatori per vegliare sui sepolcri delle chiese.

Don Andrea Santorio, padre spirituale della Confraternita del Carmine – – Foto: Enzo Balestra

Una tradizione che si ripete ogni anno e che puntualmente induce l’osservatore esterno a provare a percepire chi si nasconda dietro quelle due fessure del cappuccio, a capire cosa spinga delle persone comuni a intraprendere un percorso di fede e preghiera a tratti spesso non facile e, anzi, faticosissimo.

Perché è un privilegio essere stati insigniti del “Decor Carmeli”.

Un momento da non perdere nella città di Francavilla Fontana in cui il sacro e, sullo sfondo, anche il profano si fondono nella Settimana probabilmente più sentita dalla collettività nell’intero corso dell’anno.

Durante l’evento sono intervenuti il sindaco Antonello Denuzzo, l’assessora alla Cultura e al Turismo Maria Angelotti, il parroco don Andrea Santorob (padre spirituale della Confraternita del Carmine), il priore della Confraternita Carmine Della Corte, il vice Priore Giuseppe Arpa, il priore della Confraternita Orazione e Morte Oronzo Calò, l’artista e presidente del Comitato feste Pietro Balsamo, il docente Carmine Carluccio, il coordinatore delle iniziative collaterali della Settimana Santa Mimmo Tardio e l’addetto alle pubbliche relazioni della Confraternita del Carmine Agostino Cavallo (che ha introdotto e moderato gli interventi).

L’appuntamento ha fatto parte della serie di iniziative inserite nel cartellone degli eventi della Settimana Santa, voluti e patrocinate dall’Amministrazione comunale e che godono anche del patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Brindisi, del Comune di Matera, di Matera2019, di Puglia Promozione e, per quanto concerne la mostra a Palazzo Madama in quel di Roma, del Senato della Repubblica.

Federica Sternativo

[Le foto a corredo di questo post sono state scattate da Enzo Balestra]

 

 

 

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