Furti di energia elettrica sempre in voga: dati e casistica del 2018


Sono state 35 le persone arrestate e due quelle denunciate, nel 2018, per furto di energia elettrica: 440mila chilowattora sottratti e danni per circa 190mila euro. I soggetti incappati nei controlli dei carabinieri dipendenti dal Comando provinciale di Brindisi sono svariati: dal disoccupato all’imprenditore, dal ristoratore al paninaro. Sono stati invece sei, sin qui, gli arresti, sempre per furto di energia elettrica, in questo inizio 2019.Nonostante sia diffuso, il furto di energia elettrica non rappresenta un’autonoma fattispecie di reato, cioè non è presente un articolo del codice penale che lo preveda e punisca espressamente. Rientra quindi tra i casi di furto aggravato e a esso si salda una delle aggravanti del furto, quella di aver usato un mezzo fraudolento per compierlo.

Tra le varie tipologie di furto di corrente elettrica, due sono quelle maggiormente ricorrenti: la prima è l’allaccio abusivo all’impianto altrui che può essere quello del vicino di casa o del condominio; la seconda è l’allaccio alla rete pubblica sottraendo l’energia direttamente alla società di erogazione.

Ovviamente non si esauriscono qui le tipologie di furto di energia. Vi sono altri espedienti finalizzati ad impedire la registrazione dei consumi, artifizi che vengono rilevati dai tecnici della società di erogazione, i quali verificano con appropriata strumentazione se il contatore sia stato manomesso con l’inserimento di magneti o se i sigilli non siano più integri.

Questa particolare tipologia di furto (come scrive la 4^ Sezione Penale della Corte d’Appello di Palermo in una sentenza del 2011: “…rientra tra i delitti a consumazione prolungata, o a condotta frazionata, perché l’evento continua a prodursi nel tempo sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva”.

È uno dei reati maggiormente commessi in Italia e viene registrato con frequenza maggiore nelle aree economicamente più povere.

La casistica riscontrata nell’ambito dei controlli effettuati, anche con l’ausilio di personale tecnico della società di erogazione, che si occupa anche di mettere in sicurezza l’impianto dopo aver reciso l’allaccio abusivo, è alquanto varia.

Ad esempio si è accertato nel corso di una perquisizione domiciliare come, sebbene il contatore risultasse completamente staccato per morosità, gli elettrodomestici funzionassero perfettamente in virtù dell’allaccio abusivo all’impianto elettrico del garage del vicino di casa.

Ovviamente il furto di energia più comune è quello eseguito mediante l’allaccio diretto al cavo principale della rete di pubblica distribuzione.

Il collegamento abusivo riscontrato viene realizzato allacciando al cavo dell’alta tensione due morsetti a molla in ferro applicati a un cavo elettrico di lunghezza variabile, quanto basta per collegarlo all’impianto dell’abitazione.

Non di rado è stato riscontrato il furto di energia elettrica captata per alimentare attività illegali, come alimentare la ventilazione, l’illuminazione e il riscaldamento di una serra, ricreata negli androni di un fabbricato rurale al cui interno era stata strutturata una florida piantagione di marijuana.

Non sono mancati neanche i riscontri riguardo al furto di notevoli quantità di energia. Infatti, si è accertato che un’intera azienda agricola ha operato in un cospicuo lasso temporale utilizzando l’energia sottratta alla rete pubblica, che è servita per alimentare le pompe sommerse dei pozzi da cui approvvigionarsi dell’acqua per l’irrigazione, nonché per tutte le altre attività aziendali.

Recentemente si è accertato che anche i proprietari di un rinomato ristorante si erano allacciati alla rete pubblica, come anche un paninaro ambulante con il suo camion attrezzato di tutto punto che ogni sera si agganciava al solito traliccio dell’elettricità sul quale aveva provveduto a creare una derivazione.

 

 

 

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