Nel corso dei loro pattugliamenti, durante il solo anno 2018, i carabinieri hanno arrestato per evasione, dagli arresti domiciliari o dalla detenzione domiciliare, 72 persone. Sette, invece, le denunce.
Nell’ambito del Comando Provinciale di Brindisi, il bilancio riguardo alla specifica attività di contrasto al reato di evasione, nell’anno 2018 ha fatto registrare l’arresto in flagranza di 61 persone sottoposte agli arresti domiciliari e 11 persone sottoposte alla detenzione domiciliare, nonché di 7 deferite in stato di libertà, sorprese all’esterno del luogo di espiazione della misura, oppure non presenti all’atto del controllo operato dai Carabinieri.
Del reato di evasione previsto dall’art. 385 del codice penale risponde sia colui (o colei) il quale evade sia dagli arresti domiciliari che dalla detenzione domiciliare, due istituti giuridici differenti.
Entrambe sono misure finalizzate a deflazionare la popolazione carceraria consentendo di scontare la pena anche tra le mura domestiche. Gli arresti domiciliari sono una misura cautelare personale coercitiva di natura “provvisoria”, poiché l’assoggettato non è stato ancora condannato in maniera definitiva.
La persona sottoposta a essi deve rispettare determinate regole stabilite dalla legge, in primo luogo il divieto all’imputato di allontanarsi dalla propria abitazione o da altro luogo di privata dimora ovvero da un luogo pubblico di cura o di assistenza dove è stato collocato.
Inoltre, il magistrato può disporre, per la persona sottoposta agli arresti domiciliari, altri divieti come ad esempio il divieto di utilizzare internet, il telefono, oppure di ricevere persone. Ci sono comunque dei casi in cui il magistrato può concedere all’arrestato domiciliare di allontanarsi dal luogo prestabilito: per sottoporsi a visite mediche o a terapie, seguire programmi riabilitativi per i tossicodipendenti, svolgere una mansione lavorativa.
La detenzione domiciliare consente alla persona condannata in via definitiva ad una pena detentiva, di scontarla nella propria abitazione o in un altro idoneo luogo di privata dimora o in un luogo pubblico di cura e di assistenza. Pertanto, a differenza degli arresti domiciliari, che sono una misura cautelare “provvisoria”, la detenzione domiciliare è dunque un regime di sconto della pena a cui vanno assoggettati coloro i quali sono stati condannati in maniera “definitiva”.