Strisce blu, un’altra denuncia: “Non ti lasciano neppure il tempo di fare il ticket”


Non si placano a Oria le proteste per la gestione del servizio parcheggi a pagamento nelle ormai famigerate strisce blu.

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La ricevuta del “ravvedimento operoso” – Cliccare sull’immagine per ingrandire

Dopo quelle dei giorni e dei mesi scorsi, giunge un’altra denuncia da parte di una automobilista secondo la quale gli ausiliari del traffico sarebbero troppo solerti nel redigere i verbali di contravvenzione e non concederebbero una congrua tolleranza per consentire agli utenti di fare per la prima volta o di rinnovare il ticket della sosta.

“È successo ieri sera in via Latiano – racconta la donna – dove avevo da poco posteggiato, quasi neppure il tempo di raggiungere il parchimetro che mi sono ritrovata quegli odiosi fogli sul parabrezza. Ho chiesto a un’addetta di mostrarmi il taccuino con l’annotazione del primo passaggio e ho notato come non mi fossero stati concessi nemmeno dieci minuti per cambiare i soldi (dato che non si può pagare con bancomat e carte di credito) in un negozio là vicino, recarmi alla macchinetta, tornare e posizionare il tagliando sul cruscotto. Il primo passaggio era stato annotato, solo per la mia auto, alle 19:23 e sul verbale come orario è stato indicato 19:33. Che fiscalità!”.

Non senza polemiche, questa storia si è poi conclusa nell’ormai solito (e anch’esso discusso) modo: con il pagamento a titolo di “ravvedimento operoso” della somma di 10 euro in monetine direttamente all’apparecchio.

“Ho pagato per chiudere subito la questione – ammette la conducente – anche perché sempre meglio pagare 10 che 42 euro, ma nutro dubbi su questa pratica: e poi, se anche qualcuno volesse presentare ricorso, magari potrebbe persino avere ragione, ma le spese sostenute sarebbero sempre superiori all’importo dell’infrazione”.

“Mi chiedo se il Comune sia complice di questo andazzo o se abbia intenzione d’intervenire con decisione a tutela di cittadini e forestieri che ogni santo giorno, festivi compresi, sono presi di mira e spennati come polli da una gestione totalmente disinteressata al buonsenso e improntata soltanto al fare cassa”.

 

 

 

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