Con il collaudato trucco del falso maresciallo dei carabinieri, hanno tentato di truffare una donna fasanese di 78 anni, ma quest’ultima non ci è cascata. Nei giorni scorsi, otto persone residenti in Campania sono state arrestate dai carabinieri di Terni con l’accusa di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe: ne avrebbero messe a segno più di 300, soprattutto ai danni di anziani e principalmente nel Sud Italia. I bottino complessivo ammonterebbe oltre 400mila euro. Nell’organizzazione, ciascuno aveva i suoi compiti: c’era un capo e poi gli incaricati di compiti operativi e logistici, come reperire le schede telefoniche con cui chiamare le “prede” o le auto per gli spostamenti ovvero riscuotere il denaro a raggiro concluso.Le tecniche più gettonate dal sodalizio erano quelle del finto maresciallo dei carabinieri e dell’avvocato: così qualificandosi e minacciando gravi conseguenze giudiziarie per qualche parente stretto della vittima (tenuto in stato d’arresto in caserma a seguito d’incidente stradale con responsabilità), quest’ultima spesso veniva convinta a dare al finto maresciallo, all’avvocato o a chi per loro denaro contante e preziosi al fine di attenuare le stesse conseguenze di cui sopra.
Questa stessa tecnica, lo scorso 3 settembre, è stata utilizzata da uno degli arrestati a Fasano. Qui, una donna di 78 anni, è stata contattata al telefono di casa da un “avvocato” che le ha detto qualcosa del tipo: «Signora, suo figlio è stato arrestato e si trova nella caserma dei carabinieri di Fasano perché ha causato un tamponamento, ci sono delle spese da sostenere». Senza quantificare le spese, ha poi chiuso la chiamata.
La donna ha immediatamente contattato suo figlio e ha così scoperto come si trovasse tranquillamente al lavoro e non fosse stato coinvolto in alcun incidente stradale.
Successivamente, sempre sull’utenza telefonica fissa della signora, è giunta un’altra chiamata. Stavolta, il finto avvocato di prima – riconosciuto dalla voce – si è presentato come maresciallo dei carabinieri, il quale ha confermato alla donna che il figlio era in arresto.
La signora, compreso il tentativo di raggiro, ha smentito il maresciallo e gli ha detto che il figlio stava benissimo, poi ha chiuso la conversazione e ha informato dei fatti i carabinieri, quelli veri.
E i carabinieri, quelli veri, sono impegnati da tempo in una campagna di sensibilizzazione nell’intero territorio provinciale proprio per mettere in guardia le fasce più sensibili della popolazione dalle truffe che potrebbero essere ordite in loro danno. I Reparti del Comando provinciale di Brindisi sovente raggiungono i principali centri di aggregazione sociale (parrocchie, uffici pubblici, uffici postali, centri per anziani, esercizi commerciali e circoli) per informare al meglio i loro frequentatori.
Il messaggio trasmesso nel corso degli incontri è quello di diffidare sempre e comunque da chi si presenta come appartenente alle forze di polizia senza indossare l’uniforme, o quale impiegato dell’INPS o di altri enti pubblici, dipendente di imprese fornitrici di gas, acqua o luce, che magari con modi gentili (e a volte accompagnato da una donna) suona alla porta chiedendo di entrare in casa.
Infatti, gli enti pubblici non inviano propri incaricati a domicilio e se lo fanno, lo preannunciano con comunicazione scritta. Perciò, non bisogna mai abbassare la guardia e bisogna sempre dubitare di sedicenti amici di parenti, amici dei figli, persone non conosciute che hanno un solo obiettivo quando bussano all’uscio: carpire la fiducia del padrone di casa per truffare o commettere altri reati quali il furto.
Da prendere quale esempio è il comportamento di questa signora di Fasano che si è subito sincerata se il figlio fosse stato effettivamente coinvolto in un sinistro stradale, o del pensionato di Villa Castelli, che nel mese di febbraio dello scorso anno non cadde nel tranello tesogli da due giovani donne che gli offrirono prestazioni sessuali (una si denudò anche) in cambio di pochi soldi, ma avevano in realtà l’intenzione di saccheggiare la sua casa. Un fatto analogo si verificò qualche settimana dopo a San Michele Salentino, dove le stesse donne si presentarono a casa di un 70enne e una delle due cominciò a spogliarsi e condusse l’anziano in bagno; solo che il rapporto sessuale non si consumo in quanto la donna si rivestì e guadagnò con la complice l’uscita. All’indomani, il 70enne si accorse che gli erano stati rubati 2mila euro dall’interno di un cassetto. Denunciato il fatto, i carabinieri riuscirono a identificare e ad arrestare le truffatrici-ladre: due nomadi di origine romena.
Esiste un modo semplice per non cadere nelle trappole: non aprire la porta a chi non si conosce direttamente. Diffidare sempre e comunque di tutto e di tutti poiché l’insidia è dietro l’angolo; diffidare della venditrice ambulante di calzini, della comunicazione della falsa vincita di un concorso (per riscuotere il relativo premio occorre sempre un versamento in denaro), del falso maresciallo dei carabinieri.