Trent’anni di soprusi, minacce e percosse fino al momento in cui una 50enne non ce l’ha fatta più e, lo scorso 12 novembre, ha querelato suo marito, con i carabinieri che dopo circa un mese (il 20 dicembre) hanno applicato al docente di 62 anni, peraltro molto noto a Francavilla Fontana, il divieto di avvicinamento (alla moglie e ai luoghi da lei frequentati) emesso dal magistrato. Il Gip del Tribunale di Brindisi, Valerio Fracassi, ha ora accolto la richiesta del Pm Giovanni Marino e disposto a suo carico il giudizio immediato (senza udienza preliminare).
Stando al racconto della donna – rimasta per lunghissimo tempo in silenzio, a tutela dell’unità familiare – il coniuge l’avrebbe maltrattata, denigrata e umiliata persino davanti alla loro figlia minorenne anche con frasi di questo tenore: “Stupida insolente – avrebbe urlato l’uomo alla sfortunata vittima – non appartieni al mio rango, sei una persona piccola di mente e mi devi rispettare, non ti permettere di rispondermi, non sei una buona moglie, non sei come le altre, ecc.”.
Ma la violenza non sarebbe stata soltanto verbale, bensì anche fisica. La donna – assistita dall’avvocato Domenico Attanasi del Foro di Brindisi – avrebbe ricevuto nel corso dei lustri anche calci, pugni, ceffoni e spintoni, con tanto di ferite sul viso e sul corpo. L’uomo è accusato, inoltre, di non aver rispettato gli obblighi di assistenza familiare, avendo versato in sette mesi soltanto 250 euro per mantenere il suo nucleo familiare.
Insomma, se le ipotesi di reato saranno confermate in toto, sarà certificato un vero incubo che per troppi anni ha ingenerato nella 50enne un costante stato d’ansia e terrore, per giunta all’interno del suo stesso focolare domestico.
Dopo la querela da parte della donna, il giudice ha emesso a carico dell’uomo il divieto di avvicinamento con il conseguente obbligo di tenersi a una distanza di almeno 250 metri da lei.
Il docente dovrà comparire il prossimo 5 marzo dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Brindisi Maurizio Rubino per la prima udienza dibattimentale del processo a suo carico. Con ogni probabilità, la persona offesa – per il tramite dell’avvocato Attanasi – si costituirà parte civile.