Si accresce il fronte del no al mega impianto di compostaggio da 80mila tonnellate annue che potrebbe sorgere in territorio di Erchie: si è costituito nei giorni scorsi un nuovo comitato civico, “Noi per la difesa del territorio”.Il primo summit si è tenuto l’altro ieri sera con un acceso dibattito sulle problematiche riguardo la costruzione avviata di un impianto di compostaggio privato.
Il presidente Antonio Carbone ha specificato che a Erchie Il comitato nasce in quanto i cittadini che ne fanno parte credono sia necessario vigilare sul loro territorio affinché non venga trasformato in una pattumiera, e affinché tutto resti originale come terra dei sapori e di accoglienza.
«Non possiamo permetterci di subire passivamente le scelte di altri – dichiara – senza esercitare il nostro diritto e dovere di esprimere le nostre idee. Se un’azienda privata ha il diritto di perseguire il suo obiettivo, i cittadini devono avere il diritto di perseguire l’obiettivo comune di salute e qualità della vita. La nostra volontà è quella di preservare l’ambiente e il territorio, non di opporci a prescindere a progetti pubblici o privati che siano. Siamo sicuri che chiunque voglia ragionare senza pregiudizi, arriverà alle nostre stesse conclusioni. Crediamo sia lecito chiedersi se quella sia la zona idonea per realizzare un progetto del genere, vale a dire un impianto di compostaggio anaerobico da 80.000 tonnellate annue con produzione di energia elettrica da biogas. Un impianto molto vicino a siti sensibili, a due passi dal centro abitato, in una zona dove esiste una dolina e dove a poche decine di metri sorgono macchia mediterranea e muri a secco, con una viabilità inadeguata, anzi pietosa».
«Non solo: il Comitato si chiede come mai l’amministrazione comunale e la Provincia non abbiano tenuto tenuto conto dell’indirizzo di legge a riutilizzare aree degradate da altre attività antropiche, dalla forte vocazione agroalimentare, dove si trovano numerosi poderi di piccoli proprietari tra i quali resistono ancora allevatori e agriturismo, e ha consentito invece la localizzazione e autorizzazione in un’area secondo il comitato di scarsa se non in precedenza errata a predisposizione zona PIP».
Il comitato ribadisce ancora che le amministrazioni attuali e quelle precedenti non hanno mai tenuto conto dei sacrosanti diritti dei cittadini ad essere informati in merito a una decisione che comporta la costruzione nel loro comune di un impianto privato di dimensioni eccessive.
«E per questo oggi l’attuale amministrazione – concludono – si assumesse tutte le responsabilità di un così enorme errore ad accettare nel nostro comune un mega impianto di compostaggio anaerobico con produzione di energia da biogas».
Ma le contestazioni mosse dal comitato sono decine ed è possibile approfondirle sulla pagina Facebook del gruppo comitato “Noi per la difesa del territorio”.