Estorsione ai danni dei lavoratori, nei guai coppia d’imprenditori del mobile: arresti e sequestri


Stamattina (giovedì 6 dicembre 2018) i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Brindisi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal Gip su richiesta del Pm, nei confronti di una coppia d’imprenditori nel settore del mobile – M.V. di 65 anni, S.M.L. di 45, francavillesi – indagati per i reati di estorsione e auto-riciclaggio. Sono anche stati sequestrati loro beni per un totale di un milione e 200mila euro. Le persone iscritte nel registro degli indagati sono complessivamente sette.Le indagini delle fiamme gialle hanno consentito – secondo l’accusa – di far emergere come i datori di lavoro sfruttassero, forti di un difficile quadro occupazione, la debolezza dei dipendenti e imponessero loro trattamenti economici inferiori ai minimi salariali fissati dai contratti collettivi nazionali o comunque non consoni alle mansioni effettivamente svolte e alle ore lavorate.

I dipendenti sarebbero, inoltre, stati costretti a sottoscrivere ricevute di quietanza per somme di denaro mai percepite o buste paga con importi superiori rispetto a quelli realmente incassati, con anche indicazione di ferie mai godute.

Secondo gli investigatori, coi quali ha concordato la Procura, i due amministratori, anche in concorso con due sindacalisti, si sarebbero resi responsabili di condotte estorsive: i lavoratori sarebbero stati indotti ad accettare, sotto minaccia di licenziamento, falsi accordi conciliativi con rinuncia a retribuzioni spettanti e ad altri diritti tutelati dalla legge.

Uno degli indagati è chiamato a difendersi anche dall’accusa di lesioni personali colpose: un lavoratore “in nero” subì un grave incidente sul lavoro e sarebbe stato obbligato a dichiarare al pronto soccorso un falso incidente domestico.

 

 

 

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