Lo scorso 29 novembre, i carabinieri della Compagnia di Brindisi sono intervenuti in piazza Cairoli per l’incendio di una Fiat Panda di proprietà di una pensionata e, alla fine, hanno arrestato tre 36enni – due uomini e una donna – per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Non si esclude che i tre possano essere in qualche modo collegati all’incendio. Nel ricostruire i fatti relativi all’incendio, i militari hanno saputo da testimoni di tre persone che si erano avvicinate all’auto e, dopo averne rotto uno dei cristalli con un oggetto contundente, si erano introdotti nell’abitacolo per qualche istante e si erano poi allontanati a piedi in direzione stazione ferroviaria poco prima che l’auto prendesse fuoco.Un carabiniere della Compagnia di Brindisi, libero dal servizio ma presente sul luogo dell’incendio, si è diretto a sua volta verso la stazione ferroviaria, dove ha individuato tre persone – già note alle forze dell’ordine – una delle quali si è improvvisamente dato alla fuga: è entrato in stazione e ha poi imboccato il sottopasso che conduce ai binari.
Il carabiniere ha raggiunto gli altri due e ha chiesto loro i documenti, mentre questi tentavano di allontanarsi di soppiatto. Notato il loro atteggiamento, il militare li ha di nuovo raggiunti e li ha tenuti stretti a sé fino all’arrivo dei rinforzi. I due hanno tentato a più riprese di divincolarsi in maniera energica e violenta con forti strattoni per sfuggire alla presa e la donna ha anche urlato a gran voce frasi ingiuriose nei confronti del carabiniere.
Dopo dieci minuti circa, la donna è riuscita a divincolarsi e si è data alla fuga in direzione piazza Cairoli, ma qui è stata fermata dalla pattuglia dell’Arma giunta in supporto del collega. Dopo aver consegnato ai colleghi anche quello da lui bloccato, il carabiniere in borghese si è di nuovo diretto verso la stazione ferroviaria per controllare se il fuggitivo fosse tornato a cercare i suoi amici. Una buona intuizione la sua, giacché in piazza Crispi ha riconosciuto l’uomo che gli era precedentemente sfuggito, che ha tentato nuovamente di darsi alla fuga tramite il sottopassaggio. Stavolta, però, gli è andata male: il militare l’ha inseguito, raggiunto e bloccato.
La successiva ispezione dei luoghi ha consentito di recuperare un martelletto frangivetro con punta in acciaio e manico rosso in plastica compatibile con quello impiegato per rompere il finestrino della Panda poi andata a fuoco. L’oggetto è stato sequestrato, mentre sono in corso accertamenti circa l’incendio dell’auto. Non si esclude che i tre – rimessi subito in libertà, come disposto dal magistrato – possano aver avuto un ruolo in esso.