I tifosi e gli ultras, quelli veri, sono pronti a giurarlo: a loro non interessano gli amministratori di turno, vorrebbero soltanto quanto prima sostenere la squadra in casa, davvero in casa, come fanno gli altri.
Quando sarà possibile? Quanti problemi tecnici e burocratici si dovranno ancora affrontare e digerire?
Il “Giovanni Paolo II” sarà pronto per fine dicembre? O sarà pronto per fine gennaio, per la primavera?
I tifosi non sono gente strana.
I tifosi (e gli ultras) sono come quelli che al sabato o alla domenica consumano tassativamente il pranzo in casa e pretendono – giustamente – di continuare a farlo in casa, nella loro casa sportiva.
La casa del Francavilla Calcio, della Virtus Francavilla Calcio, è il comunale, il “Giovanni Paolo II”.
Quando i tifosi torneranno nella loro casa? Per quanto tempo dovranno ancora arrangiarsi? Fino a quando dovranno sentirsi – non essere, ma sentirsi – presi in giro?
Domande semplici, da cittadini-appassionati, cui da anni supporters e oltranzisti del tifo non trovano risposte certe.
Nel frattempo, in questi giorni, sia in zona Cappuccini che nei pressi dell’ospedale, sono comparsi degli striscioni: massima stima per il patron Magrì e per il presidente Donatiello. Loro sì, tra i fan biancazzurri godono di massima stima. Loro hanno regalato al tifo e alla città tutta un grande sogno. L’unica politica dei tifosi e degli ultras, con questi ultimi che altro non sono se non dei tifosissimi, è questa, a prescindere dai nomi di chi amministra.
I tifosissimi sarebbero più che capaci d’indossare tute e caschetti da operai pur di tornare su quelle gradinate per allestire coreografie degne di un derby milanese di Serie A.
Quando potranno realmente tornare a cantare per la loro squadra in casa propria?
Questo il quesito.
Chi risponde con argomenti certi o perlomeno credibili?