Lo scorso 15 novembre, un avvocato del Foro di Brindisi è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver falsificato per anni degli atti processuali e di aver, quindi, raggirato un suo cliente, da cui avrebbe comunque incassato del denaro nonostante l’inesistenza della causa. Il professionista dovrà affrontare la prima udienza dibattimentale il prossimo 1 febbraio.In particolare, nel 2005, l’amministratore di una società in liquidazione conferì mandato al suo legale fiducia affinché promuovesse azione giudiziaria nei confronti di due istituti di credito. Dopo qualche tempo, l’avvocato convocò il cliente e gli assicurò di aver incardinato la causa dinanzi al Tribunale civile di Brindisi e, a dimostrazione del fatto, produsse il numero d’iscrizione a ruolo, il nome del giudice e persino, via via, dei documenti: atto di citazione del 3 marzo 2005, memoria istruttoria del 17 luglio 2009, istanza per la chiusura dell’istruzione, ordinanza del Tribunale di Brindisi a firma del giudice datata 31 giugno 2013, verbale di udienza firmato dal giudice, comparsa di costituzione e risposta dei convenuti (le banche) del 22 giugno 2005, memorie istruttorie di replica delle controparti del 30 ottobre 2009 a firma di un presunto avvocato del Foro di Lecce. Secondo la Procura, però tutto falso, così come di conseguenza false sarebbero state le amplissime rassicurazioni fornite dall’avvocato al cliente circa le concrete possibilità di buon esito della causa.
Nel frattempo, tra un atto e una rassicurazione, fino al 2012, l’avvocato avrebbe chiesto e ottenuto dal cliente qualcosa come 3mila euro per spese di giudizio e/o compensi.
I reati che gli vengono contestati sono la falsità materiale e la truffa, continuate e aggravate. Dal prossimo febbraio, in veste d’imputato, proverà a difendersi da queste infamanti accuse, mentre il cliente, che dopo aver scoperto i presunti raggiri l’ha querelato, si costituirà parte civile a processo, stavolta penale e soprattutto realmente esistente.