Dapprima ha preteso soldi in più dal suo datore di lavoro, che l’ha invece licenziato. In seguito, insieme con sua moglie, ha provato a estorcergli la riassunzione, altrimenti gliel’avrebbe fatta pagare. I carabinieri della Stazione di San Michele Salentino hanno denunciato a piede libero, per tentata estorsione, un 41enne e una 31enne sammichelani.
I fatti ricostruiti dai militari dell’Arma risalgono a ottobre, quando il dipendente si è presentato nell’ufficio del suo titolare e, con metodi mafiosi, ha sferrato qualche pugno alla stampante sulla scrivania, per poi fargli presente che, oltre allo stipendio, gli avrebbe dovuto corrispondere un “bonus famiglia e relativo al figlio minore” di 150 euro.
Un comportamento, il suo, che non solo non gli ha fatto ottenere quei soldi, ma che gli è addirittura valso il licenziamento dopo che l’imprenditore si era consultato col suo avvocato di fiducia. Successivamente l’ormai ex dipendente si è recato nuovamente in azienda in compagnia della coniuge e i due hanno inveito contro la madre dell’ex titolare, cui hanno detto che suo figlio avrebbe dovuto immediatamente procedere alla riassunzione, sennò sarebbero stati guai seri.
Una minaccia che ha procurato spavento e preoccupazione nella donna, così come ansia ha sortito un altro episodio: l’imprenditore e consorte erano tranquillamente in giro quando sono stati aggrediti e minacciati in pubblico dall’ex operaio e da sua moglie anche con frasi piuttosto pesanti. L’aggressione è stata confermata da alcuni testimoni, anche se fortunatamente la coppia di aggrediti non ha riportato lesioni.