“Culture”. A Madrid la mostra fotografica di un giovane oritano

Attilio Mingolla

Attilio Mingolla, classe 1987, lascia Oria per lavoro, la lascia a malincuore perché lui ama tanto Oria, la famiglia e il suo Rione Judea,  ma la voglia di confrontarsi quotidianamente con nuove culture e le scarse prospettive di crescita lavorativa lo spingono ad emigrare nuovamente in Spagna, a Barcellona, dove anni prima aveva conseguito il master in chimica. Un breve rientro in Italia e poi di nuovo in Spagna, questa volta a Madrid, dove oggi lavora e dove il 9 novembre, inaugurerà, a La Cabra en el Tejado, una galleria/bar nel centro della capitale, la sua prima mostra personale:  “Culture”.

Perché questo nome e come ha fatto un ragazzo di Oria ad esporre le sue foto in una città importante come Madrid?

“La mostra prende il nome da un progetto fotografico che sto portando avanti da alcuni anni su feste popolari, manifestazioni e credenze antiche che ogni volta trovano un punto di incontro con posti molto lontani tra loro ma incredibilmente collegati. Questa serie è stata completamente realizzata nel settembre 2012, a Barcellona (Spagna) passando due giorni interi in compagnia di alcuni “diavoli” molto simpatici, “Les Diables del Clot” (una delle compagnie della capitale catalana che si impegna nella rievocazione). Sono stati incredibili. Hanno accolto da subito me e la mia Canon, la mia “Jenny”: una entry level EOS 450d (che ancora, spesso, utilizzo) con uno spirito meraviglioso. Nei mesi successivi a causa di traslochi e trasferimenti tutti gli scatti erano stati un po’ messi da parte. Me ne ero in qualche modo distaccato emotivamente fino a quando nell’ultimo anno ho deciso di renderli pubblici ritrovando l’apprezzamento (e un po’ inaspettato) di amici e conoscenti. Così, un giorno arriva la proposta: “Attilio, ti accompagniamo nel giro delle “7 chiese”: gallerie e sale espositive di cui Madrid è piena”. Siamo stati fortunati. Buona la prima! Con grande piacere il giorno dopo la prima “uscita” mi contatta Charlotte (belga di origine, madrileña di adozione) proprietaria di una piccola galleria/bar nel centro di Madrid riempiendomi di complimenti e cercando subito un incontro. La ricordo quella mail e ogni tanto me la vado a riguardare. È stato molto importante per me trovare l’appoggio delle persone vicine.

Credi ci possa essere un legame o una similitudine tra le tradizioni che hai raccontato e quelle della tua terra?

L’origine di queste tradizione e di queste figure é incerta ma sembra venga dal teatro medievale di strada. Di sicuro questi “diablos” o “diablillos” vennero utilizzati a corte come giullari per piccole rappresentazioni in cui alla fine, attraverso dei versi satirici, si spiegavano le vicende della vita politica e publica della zona. Oltre all’origine medievale, per me sempre interessante, ciò che mi ha portato a sviluppare un’intera serie fotografica è stato scoprire che tra gli anni 20, la guerra civile e la successiva dittatura franchista questi tipi di manifestazioni popolari furono praticamente proibite. La loro divulgazione rappresentava per la dittatura un “uscire” dai canoni classici in cui si stava costruendo e consolidando la Nazione (così come negli anni della dittatura si proibiva – con fucilazioni pubbliche – parlare il catalano). Dopo la morte del dittatore e a partire dall’inizio degli anni 80 si iniziano così a recuperare queste tradizioni, tra cui “les bailes de les diables”, recupero che coincide con un’epoca di accentuato sentimento di appartenenza ad un territorio più concreto (vedi ciò che sta accadendo in Cataluña). Così, pensando alla mia terra di origine ci ho visto subito un parallelismo importante nello sforzo per il recupero delle tradizioni. Questa voglia di riprenderle per mano, a volte, con dei veri e propri festival moderni è tipico di entrambe le zone. Di per se anche il “correfoc” di Barcellona é una rappresentazione folkloristica lontana dallo stile originario ma sicuramente momento di unione tra i “confratelli” e illusione per i passanti.

La tua famiglia verrà a Madrid per vedere la tua mostra?

La mia famiglia purtroppo non sarà li con me. Mi seguirà da lontano come ormai è abituata a fare da un po’ di tempo ma con un supporto e un calore per me indispensabili. Il giorno dopo l’inaugurazione mi toccherà prendere un volo: destinazione Tbilisi (Georgia) anche lì per cercare di raccontare ancora culture lontane che spesso trovano radici piú vicine di quanto non ci si aspetti.

E allora si potrebbe pensare di portare la tua mostra ad Oria, che dici?

Sarebbe bellissimo! In passato ho avuto l’occasione di esporre tre mie foto in una mostra collettiva derivante da tre passeggiate fotografiche organizzate con un amico. Fu spettacolare, davvero. Ho un grande amore per Oria e portare parte del mondo visto con i miei occhi (e la mia camera) nel mio paese di origine sarebbe davvero speciale. Un antico palazzo o un piccolo spazio sarebbe già più di quello che merito realmente.

Sarebbe bellissimo davvero sia per Attilio che per Oria, una cittadina sì ricca di storia e tradizioni, ma anche bisognosa di cultura contemporanea e di innovazione, perché il passato lo abbiamo ereditato, ma il futuro è adesso ed è tutto nelle nostre mani.

Nel frattempo, se vi trovate a Madrid, la mostra resterà aperta tutti i giorni dal 9 novembre (festa dell’Almudena a Madrid) all’8 Dicembre (festa dell’Immacolata). Una mostra racchiusa in due feste e che anch’essa vuole essere – soprattutto nel giorno dell’inaugurazione – una festa.

Antonella Viapiana

 

 

 

 

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