Sono state citate direttamente a giudizio dal sostituto procuratore Francesco Carluccio tre persone – una 45enne di Oria, un 37enne di Erchie e una 73enne di Oria – con l’accusa di truffa aggravata per aver ripulito conti e libretti postali senza che gli intestatari ne sapessero alcunché: in totale, circa 28mila euro di risparmi. L’indagine dei carabinieri della Stazione di Oria, coordinati dalla Procura, partì a seguito della denuncia presentata dall’avvocato Fabio Stranieri, cui si era rivolta una 66enne dopo la misteriosa sparizione dei suoi buoni fruttiferi. Successivamente emersero altri movimenti sospetti di denaro sempre ai danni di ignari correntisti e in favore di altrettanto ignari beneficiari. Il tutto – sempre secondo l’accusa – grazie alle competenze della 45enne, che era una dipendente delle Poste.I fatti contestati si collocano tra il 23 giugno e il 10 novembre 2015.
Il primo episodio risale a un periodo compreso fra il 23 giugno e il 17 settembre di quell’anno, quando la 45enne e il 37enne avrebbero sottratto complessivamente 2.700 euro – tra assegni e vaglia postali circolari – a un 44enne, il quale non aveva mai firmato alcun documento o titolo.
Il secondo episodio è del 22 ottobre. L’impiegata postale avrebbe ottenuto, a nome di un 79enne ma non per suo conto, un vaglia postale da mille euro, poi girato a un 34enne e – grazie a una firma falsa – riscosso a suo nome ma a sua insaputa.
Terzo caso qualche giorno più tardi, il 27 ottobre: rimborso di buono fruttifero a nome ma non per conto di una 66enne, vaglia postale da mille euro a beneficio dell’ignaro 34enne di cui sopra, firma falsa di quest’ultimo e incasso della somma.
Il 4 novembre, ecco entrare in scena la 73enne. Con l’impiegata delle Poste, avrebbe richiesto e ottenuto un rimborso anticipato di buoni fruttiferi postali dematerializzati intestati alla 66enne di cui sopra, cui sarebbe conseguito un vaglia postale circolare da 1.990 euro proprio in favore della 73enne e, infine, l’incasso dell’importo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è datata 10 novembre, quando la 45enne e il 37enne avrebbero richiesto e ottenuto – secondo investigatori e inquirenti, con artifizi e raggiri come le firme false – un rimborso anticipato di buoni fruttiferi postali dematerializzati intestati sempre alla 66enne per 20.926,50 euro. Ne sarebbero poi scaturiti un assegno da 20.925 euro in favore del 37enne e il versamento dello stesso sul conto corrente di quest’ultimo. Il rimborso anticipato e la movimentazione di una somma così importante da parte di una cliente non solita fare certe operazioni ha però insospettito la responsabile della filiale postale, che ha convocato la 66enne per sincerarsi che tutto fosse a posto. In quell’occasione, la donna ha scoperto di non avere più alcun risparmio e si è rivolta all’avvocato Stranieri. Di qui le denunce e l’avvio delle indagini, sfociate nei giorni scorsi nella citazione diretta a giudizio. Gli imputati e le parti offese (comprese Poste Italiane Spa) dovranno comparire alle 9 del 18 febbraio 2019 dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Brindisi Gianluca Fiorella.