Poco più di tre anni fa, un ragazzino fu azzannato da un cane randagio e i suoi genitori decisero di fare causa al Comune di Oria per chiedere il risarcimento del danno patito. Nei mesi scorsi, il Giudice di pace di Brindisi, Francesco De Vitis, ha accolto le tesi del legale di fiducia dei coniugi, Fabio Stranieri del Foro di Brindisi, e condannato l’ente al pagamento di una somma complessiva superiore intorno ai 5mila euro tra risarcimento danni (compreso quello morale) e spese processuali.
I fatti finiti a processo risalgono al 26 giugno 2015. Il 14enne E.P. passeggiava nei pressi della scuola “Enrico Fermi”, in via Erodoto di Alicarnasso, a Oria, quando s’imbatté in un grosso cane nero, senza collare, che cominciò a inseguirlo e e ad avventarsi su di lui. Il ragazzo, durante la fuga disperata, fu morsicato sul dorso per poi riportare anche ferite da zampate, unghiate e consequenziali alla caduta per terra in corrispondenza del gomito e del ginocchio destri. «Non par dubbio – ha scritto nella motivazione il giudice – che si sia trattato di un cane randagio, sia per la ricostruzione fatta dai testimoni, sia per la considerazione che da tempo (anni) l’ASL di Brindisi non provvedeva alla cattura di alcun cane perché il Comune di Oria non aveva approntato alcun canile o ricovero per gli stessi, come previsto dalla legge regionale».
«Sul Comune, infatti, incombe l’obbligo della prevenzione e del controllo del randagismo nel territorio di competenza, mentre l’ASL competente per territorio ha compiti igienico-sanitari quali l’accalappiamento degli animali e la loro sterilizzazione su segnalazione delle Autorità preposte».
Insomma, il Comune (e non l’ASL, chiamata in causa dal Comune stesso) è stato dichiarato responsabile di quell’evento così come prospettato dall’avvocato Stranieri. Il debito fuori bilancio derivante dal pronunciamento di cui sopra è stato riconosciuto dal Consiglio comunale lo scorso 17 agosto: 5.013,24 euro tra sorte capitale, interessi, spese processuali, rimborso spese generali, Cap e Iva.