L’altro ieri mattina, in Comune, si è tenuto un briefing tra il sindaco di Oria Maria Lucia Carone, il suo consigliere Pino Malva, il comandante della polizia locale Angelo Chirulli e due impiegati dell’Ufficio tributi. Oggetto: fare il punto sugli eventi del cartellone estivo, giunto ormai agli sgoccioli, anche per stabilire se gli organizzatori avessero onorato i debiti con l’ente. Dalla ricognizione sarebbe però emerso come, nella stragrande maggioranza dei casi, il pagamento per l’occupazione del suolo pubblico sia stato un optional. Sembrerebbe che una sola associazione si sia fatta carico di tutti i costi derivanti dall’organizzazione della sua iniziativa.
Il controllo a campione, infatti, sarebbe partito proprio da #insiemepossiamo e da “Mani im_pasta”, riuscitissima iniziativa enogastronomica svoltasi in piazza Lorch il 18 e 19 agosto scorsi. Ai dipendenti comunali, a un certo punto, sarebbe stato chiesto se per caso #insiemepossiamo avesse versato il corrispettivo per il suolo pubblico, la risposta – tra il candore e l’imbarazzo – avrebbe avuto più o meno il seguente tenore: «Ehm… Veramente quelli sono stati gli unici ad aver pagato il suolo pubblico e tutto il resto…». Silenzio. E gli altri? Non ancora. Il capo della Municipale non l’avrebbe, ovviamente, presa granché bene e avrebbe preteso di qui in avanti un maggiore rispetto delle regole e una vigilanza più puntuale.
Non la prima volta, questa, in cui la neonata #insiemepossiamo è finita sotto la lente d’ingrandimento dell’Amministrazione Carone: già all’indomani di “Mani im_pasta”, era stato effettuato un controllo relativo a un ipotetico furto di energia elettrica pubblica. Il fornitore del service e i legali dell’associazione erano però riusciti a produrre la documentazione necessaria (contratto di allaccio temporaneo stipulato con Enel e regolarmente saldato) a fugare ogni dubbio e sospetto.
«Sul nostro conto, il Comune può dormire sonni tranquilli – fanno sapere da #insiemepossiamo – dato che per noi rispettare le regole e onorare i debiti, così come la legalità a 360 gradi, costituiscono per davvero le basi. Ci auguriamo che anche per gli altri d’ora in poi sia così – proseguono – perché non vorremmo che alla fine, paradossalmente, dovessimo pagare anche la nostra onestà».