Qui di seguito il documento con cui un gruppo di olivicoltori contesta il piano anti-Xylella, che sta conducendo a sempre maggiori eradicazioni nella zona infetta:
Noi agricoltori/olivicoltori, considerato in fatto:
– Non neghiamo l’apporto del batterio “Xylella Fastidiosa Pauca” al disseccamento degli ulivi.
– I campionamenti e le analisi in zona infetta e in zona cuscinetto attestano che l’incidenza del batterio non è assoluto ma ci sono concause del disseccamento che le autorità ci stanno impedendo di combattere e rimuovere.
– Il riscontro del batterio – anche in zona infetta, focolaio compreso, non solo in zona di contenimento – nel 2% in media degli ulivi evidenzia che non ci si trova dinanzi ad una epifitia epocale degli ulivi ed è terrorismo psicologico, oltre che falso, affermare che le piante infette nel Salento sono milioni.
– I provvedimenti sinora presi contro la calamità, dando i contributi a chi taglia gli alberi, stanno peggiorando la situazione poiché favoriscono l’abbandono degli uliveti e, quindi, l’espansione del disseccamento. Mentre, contraddittoriamente, l’aiuto AGEA (integrazione) viene, anno per anno, sempre più diminuito sottraendo quella fetta di reddito necessaria per coltivare per bene.
– Le autorità stanno favorendo l’abbandono degli uliveti vietandoci la cura delle piante. Con i decreti della “emergenza”, sino all’ultimo decreto ministeriale del 07/02/2018 c.d. “Martina” ci hanno dichiarati incapaci di poter e saper coltivare i nostri uliveti.
– Gli effetti del contenimento della batteriosi con l’ordine di tagliare gli alberi infetti, sono solo probabilistici. Per cui è assolutamente prioritario curare gli alberi anziché estirparli.
– Programmare ed impostare, in questa situazione, dei processi di trasformazione dell’olivicoltura pugliese (vedi reimpianti con nuove cultivar, c.d. “favolosa”) ha l’effetto di metterci definitivamente fuori gioco poiché siamo nella impossibilità di eseguire qualunque miglioramento e, se obbligati (secondo la logica emergenziale), il valore e la rendita fondiaria saranno ancor più deprezzati e sviliti finendo con l’essere privati della proprietà. Tale programmazione, pertanto, ha un senso solo se preventivamente si aumenta in modo rilevante il Premio PAC (integrazione) degli uliveti.
– I tecnici, esperti e rappresentanti delle organizzazioni professionali e di filiera del settore che pontificano sulla necessità della modernizzazione della olivicoltura pugliese non sono credibili dovendo tacere per la vergogna poiché guardandosi allo specchio devono chiedersi: “Cosa ho fatto sino ad ora?”.
Noi agricoltori respingendo l’assioma che siamo divenuti improvvisamente incapaci di coltivare i nostri oliveti, avanziamo le nostre proposte per cui siamo in mobilitazione in considerazione del fatto che la ricchezza degli ulivi sta anche, e soprattutto, nel paesaggio e nell’equilibrio idrogeologico, con la integrazione millenaria ambiente/uomo:
Cessare lo sradicamento degli alberi di ulivo e ripristinare la ordinaria libertà di coltivazione e di cura degli ulivi, superando la logica imperativa dei decreti sia in relazione ai trattamenti e sia per le cultivar.
Erogare contributi aggiuntivi per la cura degli ulivi (e solo per chi li cura) e non per lo sradicamento.
Aumentare l’integrazione AGEA per l’olivicoltura almeno del doppio dell’ammontare annuo attuale e toglierla per chi non fa le buone pratiche agricole di coltivazione o li abbandona.
Invitare il Governo Italiano e la Commissione U.E. a chiedere e sollecitare l’E.P.P.O. (l’ente internazionale e soprassiede alla tutela degli organismi vegetali) di escludere dalla “Lista da Quarantena” il ceppo co.di.ro. della Xylella Fastidiosa Pauca a seguito della sua caratterizzazione per gli effetti da patogeno (del tutto diversi rispetto alla sottospecie per cui fu a suo tempo prevista la quarantena).
Creare un apposito Centro di Documentazione che da oggi in avanti denunci penalmente alle autorità tutti coloro che con qualsiasi mezzo diffondono notizie non fondate sulla infezione batterica da xylella.
Avviare un tavolo di programmazione condivisa per l’olivicoltura presso la Regione Puglia.
I rappresentanti della vertenza: Antonio de Franco, Pietro Lerna, Maria Teresa Barletta e Giacomo Tagliente