Oria. La città, la storia, le radici… quelle medievali che hanno lasciato il segno negli edifici e nella sua gente.
Quattro ragazzi. La voglia di stare insieme, di divertirsi, di sentirsi pienamente parte della città con un salto nel passato che ti riporta ai tempi dei castelli, di gentil dame e nobili cavalieri.
Quattro Rioni, colori di un’identità che portiamo nel sangue, simbolo di una fede insita in noi prima ancora della nascita.
Ed infine il sogno, quello di diventare atleti, soldati, paladini del proprio Rione… il sogno di fronteggiarsi in gare medievali per portare in alto i propri colori.
La paura di non riuscire a dare quanto sperato, la voglia di farcela, la fatica degli allenamenti, la soddisfazione di giungere per primo al traguardo… poi l’emozione degli applausi e l’orgoglio celato dietro gli occhi lucidi di chi crede in te. È il sogno di molti ragazzi, il sogno di chi ha visto il Torneo dei Rioni e, anche solo per un attimo, ha immaginato di vestire i panni dell’atleta per provare in prima persona quelle sensazioni.
Poi d’improvviso quel sogno diventa realtà e da semplici spettatori, quei ragazzi si trasformano in protagonisti, atleti… soldati pronti a superare se stessi e il pregiudizio che troppo spesso tarpa le ali ai sogni. Ma sono soldati speciali perché speciale è l’armatura che indossano fatta di forza di volontà, tenacia e sorrisi; speciale è il giuramento, un giuramento d’amore… perché l’amore non fa esclusioni e, se ci credi, ti prende per mano per condurti dritto nei tuoi sogni!