Dall’inizio dell’anno i carabinieri hanno recuperato e restituito ai proprietari 178 veicoli rubati

Sono stati 149, da gennaio a giugno 2018, i veicoli rubati recuperati dai carabinieri dipendenti dal Comando provinciale di Brindisi dei carabinieri. Alcuni di essi provenivano dalle province confinanti. Nel computo sono compresi anche camion e altri mezzi da lavoro gommati e cingolati, perlopiù impiegati nel movimento terra.Il furto di veicoli, al pari del furto in abitazione, è da annoverare tra i reati predatori più odiosi. Nell’ambito del Comando provinciale di Brindisi, l’attività di recupero dei mezzi rubati avviene solitamente grazie ai servizi di pattugliamento del territorio.
I recuperi avvengono anche a seguito delle segnalazioni dei cittadini che, notando un veicolo fermo da molto tempo per le strade urbane e di campagna, lo segnalano ai carabinieri i quali procedono al sopralluogo, agli accertamenti e alla riconsegna al proprietario.Altre segnalazioni giungono dalle aziende che gestiscono gli impianti satellitari installati sui veicoli rubati. Tale servizio consente di monitorarne il tragitto e di individuare la località in cui sono stati nascosti. In alcune circostanze è capitato di rinvenire solo il dispositivo satellitare, e non il veicolo, in quanto i ladri sono stati capaci di scoprire il congegno e di liberarsene.Coloro che si dedicano ai furti di auto oggi sono molto più “preparati” rispetto al passato: il ladro moderno è un vero e proprio tecnico informatico in possesso di un bagaglio di conoscenze non indifferente. È in grado di violare il veicolo nel giro di pochi secondi, senza danneggiarlo. Si tratta di vere e proprie organizzazioni solitamente specializzate nel furto di autovetture costose su commissione, per alimentare i mercati del Medio Oriente o anche di autovetture più modeste destinate ai mercati balcanici.

Vi è ancora un altro filone ed è quello dei furti finalizzati all’approvvigionamento dei pezzi di ricambio di maggior valore: pneumatici, volanti multifunzione, fari a led e batterie delle vetture ibride. Componenti, cioè, smontabili nel giro di pochissimo tempo. Non è comunque raro imbattersi nel “ladro tradizionale”, che senza particolari conoscenze informatiche si dedica al furto di utilitarie in ottime condizioni, e anch’egli spesso interessato ai pezzi di ricambio. Pertanto non è infrequente imbattersi in alcuni casali sperduti di campagna trasformati in officine clandestine, lontane da occhi indiscreti, dove in sordina giungono e vengono smontati i mezzi rubati.

Esempio recente è rappresentato dall’officina “clandestina” scoperta, alla fine di maggio di quest’anno, nel Fasanese: all’interno di essa, due cugini “esperti del mestiere” e un sorvegliato speciale del luogo, sono stati sorpresi in flagranza di reato di ricettazione e riciclaggio. A seguito dell’irruzione fatta dai militari all’interno di un garage da loro utilizzato e adibito ad officina meccanica clandestina, erano intenti a smontare una Fiat 500 di proprietà di una società di autonoleggio, con sede a Bolzano, rubata qualche giorno prima a un turista tedesco. La perquisizione dell’officina ha consentito di rinvenire anche una Fiat Panda, il cui furto era stato denunciato a Talsano (Taranto) lo scorso aprile. Nella circostanza gli investigatori hanno anche trovato due centraline per motori decodificate, alcune parti meccaniche e di carrozzeria di vari veicoli smontati in precedenza dai tre arrestati e un “Jammer”, oltre a numerosi attrezzi utilizzati per l’attività, tra i quali una gru a carrello per smontare i motori.

Un’attività importante di contrasto al fenomeno è stata quella condotta dai carabinieri della Stazione di Oria e della Compagnia di Francavilla Fontana, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal ip del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone (sette in carcere, tre agli arresti domiciliari e una sottoposta all’obbligo di dimora), ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti in abitazione e furti di auto-motoveicoli, nonché di ricettazione dei relativi pezzi di ricambio. Reati commessi fra il febbraio 2017 e il marzo 2018 a cavallo delle province di Brindisi, Lecce e Taranto.

Le indagini, avviate nel marzo del 2017 (a seguito della denuncia di un tentato furto di autovettura da parte di un cittadino di Oria che aveva trovato la propria Alfa Romeo Giulietta con il nottolino della portiera lato passeggero forzato) hanno permesso, tra l’altro, la disarticolazione di l’associazione per delinquere: 25 le persone indagate, tra cui gli 11 destinatari del provvedimento cautelare, identificati grazie ad attività tecniche, nonché all’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza cittadini, sia pubblici, sia privati. Sono stati riscontrati 22 episodi di furti di mezzi, con conseguente restituzione degli stessi a seguito di richiesta estorsiva mediante “cavallo di ritorno”, nonché svariati episodi di ricettazione dei pezzi di ricambio di auto rubate, due di favoreggiamento e un’evasione (in particolare, un indagato, per la commissione dei reati, si è sottratto al regime degli arresti domiciliari, cui era sottoposto). Inoltre, nel corso delle indagini, sono stati recuperati 29 veicoli rubati.

L’associazione per delinquere era caratterizzata da:

– un gruppo di “vertice”, composto da due soggetti con compiti decisionali, di pianificazione, di individuazione delle azioni delittuose e delle strategie di furto, estorsione e riciclaggio;

– una parte operativa composta dasei persone, cui competeva l’individuazione materiale del bene da rubare, l’occultamento e anche la trattativa con la vittima per la richiesta “estorsiva” (nel senso, si è accertato che per le autovetture e per i motoveicoli gli indagati hanno richiesto cifre variabili dai 500 ai 2000 euro),

– due uomini ritenuti mandanti dei furti e preposti anche alle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle vetture rubate.

Nell’operazione era anche coinvolta una coppia di coniugi, indagata per favoreggiamento reale, avendo aiutato gli indagati nell’occultamento di alcuni beni di provenienza illecita (nascosti all’interno dell’area circostante la villetta recintata dove risiedono), subito dopo la commissione del reato di furto.

Cosa fare per difendersi dal reato di furto di auto? Sicuramente adottare quelle piccole precauzioni che possono rivelarsi preziose, come verificare di aver chiuso il veicolo e non lasciarlo acceso con la chiave inserita neanche momentaneamente. Potrebbe anche rivelarsi molto utile, lo dicono le statistiche e sicuramente renderebbe il furto più arduo, un bloccasterzo che funge anche da bloccapedali, un efficace antifurto meccanico che mette in difficoltà o scoraggia il malintenzionato.

 

 

 

 

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com