Nelle prime ore di questa mattina, i carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, in collaborazione con i colleghi del Comando provinciale di Brindisi dell’11º Reggimento “Puglia” di Bari, hanno eseguito – tra Carovigno e Mesagne – un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Brindisi Tea Verderosa su richiesta del pubblico ministero Simona Rizzo, nei confronti di 14 persone (una è ancora ricercata) per reati in materia di stupefacenti, armi e patrimonio (perlopiù, furti in abitazione).
I soggetti finiti in carcere sono sei:
Giuseppe Antico, 23 anni, di Brindisi, detto anche “Carota” o “Carotino”;
Leonardo Di Latte, 34 anni, residente a Carovigno;
Lanzilotti Nicholas, 22 anni, di Carovigno;
Stefano Lospedale, 23 anni, di Carovigno, anche noto come “Stefanino”;
Cosimo Nacci, 32 anni, residente a Mesagne;
Mirco Scatigna, 24 anni, residente a Carovigno, noto come “Sceriffo”.
I soggetti collocati ai domiciliari sono otto:
Pasquale Camposeo, 19 anni, di Carovigno;
Salvatore Carrone, 19 anni, di Carovigno;
Pierluigi Carlucci, 21 anni, di Carovigno, noto anche come “Gallina”
Salvatore Lanzillotti, 21 anni, di Carovigno, noto anche come “Pipiticchio”;
Simonetta Misseri, 47 anni, di Carovigno, madre di Nicholas Lanzillotti;
Gianmarco Prodi, 26 anni, di Carovigno;
Iolanda Saponaro, 41 anni, di Carovigno;
Ugo Uggenti, 33 anni, di Carovigno
SAPONARO Iolanda classe 1977 di Carovigno.
Il nono destinatario dei domiciliari si è reso irreperibile.
Le indagini dei carabinieri hanno coperto un periodo tra luglio e novembre 2017 e furono avviate a seguito di un paio di attentati incendiari commessi ai danni di due imprenditori di Carovigno, presumibilmente con finalità di estorsione. Le investigazioni hanno probabilmente anche impedito la commissione di un omicidio: nell’agosto 2017, i militari, infatti, hanno recuperato nelle campagne carovignesi un fucile e il relativo munizionamento. Da quanto emerso, l’arma sarebbe stata utilizzata per una spedizione punitiva ai danni di un pregiudicato della zona dopo un violento alterco con un’altra persona già nota alle forze dell’ordine. Il fucile era chiamato dagli indagati “la piccenna” (la piccola): si tratta di un Beretta calibro 12 con canna mozzata – risultato rubato nel febbraio 2016 a Laterza (Taranto) – che era stato nascosto in Contrada “Maresca”.
L’attività investigativa ha permesso di documentare un florido giro di spaccio nei comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni e di sequestrare complessivamente due chilogrammi di marijuana e diverse dosi di cocaina, che gli indagati definivano convenzionalmente “pupi”. Si è scoperto che alcuni erano anche dediti ai furti in appartamento e che utilizzavano indebitamente strumenti di credito per approvvigionarsi degli stupefacenti. Ad esempio, uno degli arrestati ha commesso un furto nell’abitazione di una signora di Carovigno dopo aver rotto la finestra della sua abitazione, e se n’è allontanato con una fede in oro, varie medagliette e due Bancocard con relativi codici PIN. Successivamente, ha effettuato prelievi in contanti dallo sportello di un istituto di credito con sede a Carovigno (importo di mille euro) e pagamenti tramite POS in alcuni esercizi commerciali (importo pari a 1.469,26 euro).
Nel corso dell’operazione odierna sono anche state eseguite dieci perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti indagati non raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare.
In quanto alla sostanza stupefacente, si tratta di cocaina (piazzata a 100 euro al grammo), hascisc e marijuana (al prezzo di 10 euro per dose). Per lo spaccio, il gruppo si è avvalso anche della collaborazione di un minorenne (oggi maggiorenne e sottoposto ai domiciliari) cui sono state cedute in diverse occasioni delle dosi affinché le spacciasse.
Importante è definito il ruolo della madre di Nicholas Lanzillotti (Simonetta Misseri) la quale ha aiutato il figlio nell’attività illecita: avrebbe incassato e nascosto i proventi dello spaccio, proceduto al recupero crediti e avvisato il figlio della presenza delle forze dell’ordine nei dintorni della sua abitazione.
Sono stati impiegati quasi 200 carabinieri, anche con l’ausilio di un elicottero e unità cinofile.