È stato risucchiato da un “mulinello” nelle acque di San Pietro in Bevagna, marina di Manduria, e deve la sua vita a un uomo che, dopo averlo salvato, è letteralmente svanito nel nulla.
Una sorta di “angelo”, in realtà un uomo in carne e ossa che ha compiuto, in silenzio, una buonissima azione. Senza il suo intervento, un 21enne (Mino A.) di Francavilla Fontana non ce l’avrebbe sicuramente fatta, non sarebbe sopravvissuto.
La bella giornata lo permetteva, quindi ieri (domenica 29 aprile) il giovane francavillese ha deciso di trascorrere una giornata in spiaggia con gli amici. Un primo bagno, poi il secondo, il terzo e altri ancora, fin quando intorno alle 17 non è accaduto l’inimmaginabile: il ragazzo si è tuffato, ha guadagnato largo ma, a un certo punto, è stato come risucchiato da un gorgo formatosi nel mare: inutile ogni tentativo di nuotare o sbracciarsi, vano il disperato intervento degli degli amici. Come nelle sabbie mobili, il 21enne è stato tirato sempre più giù. Minuti interminabili, tanto panico misto a disperazione. Scene, purtroppo, già vissute in quel tratto di litorale tanto cristallino quanto infido, specie – come tramanda la cronaca – in questo periodo.
Qualcuno, da sotto gli ombrelloni, si è reso conto del pericolo, si è immerso e, nel giro di pochi secondi, è riaffiorato con il corpo esanime, ma ancora in vita, del bagnante in difficoltà.
Gli ha praticato i primi soccorsi, ha atteso l’arrivo del 118, poi si è fatto da parte.
Il 21enne è stato rianimato e condotto in ospedale a Manduria, in serata si è ripreso e ora sta bene: nei suoi occhi si legge ancora lo spavento, ricorda tutto fino ma a un certo punto. Ricorda di aver pensato al peggio, fin quando non si è ritrovato sulla battigia, circondato da un capannello di gente; ricorda di essere finito in barella, poi nell’autoambulanza, al pronto soccorso e infine in reparto. Nulla più.
I suoi familiari l’hanno raggiunto direttamente in corsia, ma non hanno neppure minimamente incrociato lo sguardo di colui che ha rischiato in proprio per strapparlo a una morte che pareva ormai certa: discreto come gli eroi, esaurito il suo compito, si è sottratto ai riflettori e silenziosamente è tornato al suo posto, qualunque esso fosse.
«Ci piacerebbe in qualche modo incontrarlo – fanno sapere la madre (Carmela M.) e la sorella (Michela A.) del ragazzo – stringergli la mano e ringraziarlo: se non siamo qui a piangere il nostro congiunto, lo dobbiamo solo ed esclusivamente a lui, ha compiuto un gesto straordinario e mostrargli la nostra riconoscenza crediamo sia il minimo…».