Di ronde, a Francavilla Fontana, si era parlato già qualche tempo fa. Se ne torna a parlare oggi, per fronteggiare l’escalation di furti tra le campagne: residenti ed ex appartenenti alle forze dell’ordine si dicono pronti a sorvegliare da sé questo fenomeno, a loro dire un’emergenza bella e buona.
L’idea, allora, fu dell’esuberante consigliere comunale in quota Popolo della libertà Benedetto Proto, che colse al volo un’idea e una proposta di legge della Lega Nord. Sindaco era Vincenzo della Corte, correva l’anno 2010. Né Proto fa più il consigliere né della Corte fa più il sindaco, ma il problema – a giudicare dalle intenzioni dei proprietari di case rurali – è tutt’altro che debellato, anzi.
Un giorno sì e l’altro pure, qualcuno si reca in caserma per denunciare il saccheggio di suppellettili, indumenti, termosifoni e finanche provviste alimentari e servizi igienici nelle tante e vaste contrade della Città degli Imperiali. Ma non solo: a essere presi di mira sono anche gli alberi, sia per raccoglierne i frutti, sia per ricavarne legna da ardere. Da Nord a Sud, da Est a Ovest. Difficile risalire ai ladri a posteriori per i pur bravi investigatori francavillesi, pochissime le telecamere di sorveglianza installate.
E, allora, siccome i carabinieri non possono trascorrere per intero i turni di servizio a pattugliare l’esteso agro francavillese, ecco riaffacciarsi l’idea del pattugliamento “fai da te”.
Le spedizioni – preventive più che punitive e nel rispetto della legge, assicurano – potrebbero essere capeggiate da coloro i quali hanno già ricevuto delle visite non troppo gradite.
I controlli della vigilanza e delle forze dell’ordine non bastano, sostengono. Ed ecco, quindi, che le ronde volontarie si riaffacciano come una possibile soluzione-tampone.
Sarebbe, sarà una contromisura efficace e, soprattutto, lecita?