Il Consiglio comunale ha deciso: la minoranza è diventata maggioranza e ha decretato la fine anticipata del mandato del sindaco di Francavilla Fontana Maurizio Bruno. Dopo una lunga maratona consiliare – cominciata alle 17,30 con l’introduzione del primo firmatario della mozione di sfiducia, Mimmo Bungaro, seguita dall’arringa difensiva dello stesso primo cittadino, e terminata alle 22,53 – 14 consiglieri comunali hanno espresso voto favorevole e 10 voto contrario alla “cacciata”. Sta di fatto che, a differenza delle precedenti occasioni, la crisi non si è risolta e possono quindi scorrere i titoli di coda su questo film la cui proiezione era cominciata quasi a sorpresa – «per caso, a causa della scissione del centrodestra», ha detto Bungaro – nel 2014. Nel corso della seduta hanno preso la parola pressoché tutti i componenti le assise e, come da previsioni, non sono neppure mancate le schermaglie. Il leit motiv, al netto degli spunti personali, è stato quello solito della contrapposizione politico-amministrativa: per i supporter di Bruno questa è stata un’ottima Amministrazione; per le controparti, pur con qualche distinguo, invece, è stata pessima.
L’elencazione dei risultati raggiunti e la strenua difesa del suo operato da parte di Bruno non ha né convinto né impietosito i suoi avversari, che hanno avuto il sopravvento grazie anche e soprattutto alle fughe di consiglieri, nel tempo, dagli scranni della maggioranza a quelli della minoranza. Dal primo Consiglio comunale a oggi, infatti, Bruno è passato da 16 voti a disposizione a 11 (sempre compreso il suo).
Il primo scossone nel centrosinistra comportò, dopo il primo anno di governo della città, la fuoriuscita dei tre consiglieri dell’allora Sinistra ecologia e libertà (poi Sinistra italiana) Maria Passaro e Luigi Fanizza e di Rifondazione comunista Emanuele Modugno.
Subentrarono loro Luigi Galiano e Giuseppe Cavallo dell’allora Nuovo centrodestra, poi Galiano entrò in Giunta e il suo posto fu preso dal primo dei non eletti Dario Mancino (in seguito dichiaratosi indipendente per aderire a Noi Centro e chiamatosi fuori dalla maggioranza).
Gli addii più recenti sono invece stati quelli di Angelo di Noi (che faceva informalmente gruppo con Mancino), Giuseppe Cavallo e Carmela Lopalco (confluita in Ap). Di Noi e Lopalco, allontanatisi più o meno per gli stessi motivi, erano stati eletti nelle fila del Partito democratico (il partito del sindaco). L’ultimo giro di valzer risale alla scorsa estate, quando hanno fatto le valigie Cavallo e Lopalco (nel frattempo dimessisi da Ap) ma in soccorso – condizionato e a tempo – di Bruno sono giunti Euprepio Curto e Domenico Attanasi, con il primo che un mese fa ha revocato il sostegno e il secondo che si è dimesso (al suo posto, prima Antonella Iurlaro, poi Adriana Balestra). L’assetto definitivo è statp, appunto, di 11 consiglieri pro Bruno e di 14 contro Bruno. Ovviamente, ai cambiamenti in Consiglio sono sempre corrisposti dei rimpasti in Giunta con gli assessori indicati o espressione dei consiglieri man mano alternatisi al capezzale del primo cittadino. Si è giunti così a oggi, con il massimo organo istituzionale cittadino ha decretato il più classico dei “THE END”. E da domani sarà di nuovo campagna elettorale: non a caso, le forze politiche della ex maggioranza (Pd, Noi ci siamo, Ap e #Insieme) hanno già convocato una conferenza stampa nella sede del Pd.