La matematica proiettata nella realtà quotidiana, insegnante francavillese scelta per un convegno nazionale

maria elena cazzetta

Il II Istituto Comprensivo di Francavilla Fontana, retto dal dirigente scolastico prof. Tiziano Fattizzo, sale nuovamente agli onori della cronaca in campo innovativo, questa volta grazie alla didattica della matematica. Per il secondo anno consecutivo l’insegnante Maria Elena Cazzetta è stata ammessa al Convegno Internazionale “Incontri con la matematica” che si svolge da oltre trent’anni a Castel San Pietro Terme (Bologna).

Il comitato scientifico del convegno ha, infatti, ritenuto meritevole di attenzione il percorso di matematica condotto dalla docente con la sua class di scuola primaria, oggi la IV C.

I contenuti e i risultati del progetto sono stati presentati dalla stessa insegnante il 12 novembre scorso in seno al convegno, nell’ambito del seminario intitolato “Matematica a costo zero”, alla presenza di circa un migliaio di docenti provenienti da ogni parte d’Italia, e non solo.

Il progetto si basa sull’assunto che, come suggerito nelle Indicazioni Nazionali, nell’insegnamento è necessario stabilire un costante contatto con la realtà e il mondo circostanti ed è attraverso tale contatto che i bambini alimentano i loro pensieri e l’immaginazione.

IMG_5965Nell’apprendere, essi hanno bisogno di coinvolgere tutto il loro corpo e i cinque sensi, hanno bisogno di sporcarsi le mani… Per rendere più accattivante la matematica, considerata ancora ostica e fredda, è necessario far comprendere agli alunni la sua importanza nella vita quotidiana con continui e costanti agganci con la realtà.

Indossando gli occhiali della matematica, uno spago annodato può così diventare il contorno di figure geometriche, del nastro adesivo incollato su un pavimento quadrettato può servire a riflettere sul perimetro e sull’area, un gomitolo di lana srotolato può diventare una linea, una rete, un reticolo, bastoncini di legno uniti possono formare i lati di poligoni…

Compete ai docenti saper scegliere materiali e strumenti. Non devono essere necessariamente sofisticati, ma efficaci per la comprensione dei concetti. In ambito matematico, la vera sfida di oggi, la vera innovazione (intesa come cambiamento) potrebbe essere riuscire a conciliare innovazione e tradizione.

Nel corso del seminario è stato rievocato, ad esempio, il pensiero di Emma Castelnuovo, grande ricercatrice in didattica della matematica. Pur trattandosi di una figura non attualissima, almeno dal punto di vista anagrafico, nei suoi scritti è possibile ritrovare spunti di grande modernità.

La ricercatrice, con la sua Officina matematica propone agli insegnanti una matematica con materiali “poveri” presi dalla vita quotidiana, che in aula diventano veri mediatori didattici dell’apprendimento. Il suo insegnamento si fonda su un metodo non direttivo che si esprime facendo costruire le conoscenze ai bambini stessi, veri protagonisti della situazione.

L’officina della Castelnuovo suggerisce una didattica attiva che non si risolve stando seduti al proprio banco seguendo le istruzioni del caso, ma rimanda ad immagini, colori e odori di un luogo dell’operatività pura, dove si assemblano materiali, si costruiscono oggetti, si progettano idee, si mettono in movimento le conoscenze, troppe volte irrigidite dalla scuola, cercando di attivare negli allievi il piacere di pensare.

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