Si riceve e pubblica:
Sull’atteggiamento sostenuto dal primo cittadino di Erchie riguardo l’impianto di compostaggio e, soprattutto, sulle valutazioni iniziali e finali adottate dal medesimo durante l’intero iter amministrativo, pervicacemente da lui voluto, confidiamo nell’integrità anatomo-funzionale dei circuiti neuronali preposti alla “memoria” e suggeriamo al nostro ben ritornato sindaco, dolorosamente trattenuto in altre stanze contro la sua volontà, di formulare migliori risposte alle domande sollevate in varie circostanze e alle quali ha sempre contrapposto un silenzio assordante, forse perché impegnato in altri più gravosi affari, a noi umani certamente ignoti.
In proposito, si osserva che ben diverso è l’atteggiamento registrato in diversi episodi sullo steso argomento, in cui il primo cittadino ha saputo regalare all’intera cittadinanza perle di rara saggezza e continenza linguistica, distribuendo aggettivi alla popolazione rea soltanto dell’opinione contraria. Epiteti tratti certamente dall’Accademia della Crusca che appare quanto mai doveroso e legittimo ricordare in questa sede, in perfetto ossequio alla auspicata integrità anatomo-funzionale innanzi richiamata: “ignoranti e sciacalli”, aggettivi allegramente pronunciati nel 2016 nel corso di una delle tre serate coi suoi “saggi”; ed ancora così definita la manifestazione di protesta dei cittadini contro l’impianto di compostaggio, realizzata pubblicamente il 28 ottobre 2017: “halloween… pagliacciata… carnevalata…”.
Non v’è alcun dubbio che l’augusto eloquio, che non certo occasionalmente ci propone, regali alla cittadinanza momenti di sicura ilarità; un dono del quale rendiamo omaggio ma che con il tempo conferisce all’immagine una spettacolarizzazione degna di “Fratelli di Crozza”. Si sa, ognuno ha lo stile che il Signore gli dona.
Né meraviglia la capacità di intraprendere ruoli sempre diversi, come assistiamo nella vicenda dell’impianto di compostaggio, improvvisamente concepito come quell’inaccettabile e inutile mostro che da anni vanamente la popolazione rivendica. Non sappiamo se l’illuminazione sia giunta durante il tempo della meditazione cui è stato recentemente obbligato.
È certo che il mutato parere non possa cancellare i passaggi salienti della vicenda né possa attenuare gli effetti che le decisioni passate hanno impresso sull’iter consolidato. A Napoli direbbero: “quello che è fatto, è fatto!”. E noi qui vogliamo ricordarlo, sull’assunto che la popolazione rappresentata ha diritto di conoscere e colui che amministra ha il dovere di chiarire le esatte ragioni alla base di ogni decisione che pesi sul futuro della popolazione, secondo i precisi dettami che il nostro ordinamento ha consacrato in testi che, forse, qualcuno non conosce perché lasciati intatti i libri nell’originale confezione sin dalla più tenera età scolastica.
E, pertanto, ponendo per certo che il mutato parere non derivi da sindrome bipolare o diverse manifestazioni patologiche, vogliamo qui passare in rassegna le principali tappe che hanno segnato la più seriosa vicenda dell’impianto di compostaggio:
• Nella seduta del 2 aprile 2014, a proposito della “Manifestazione di interesse”, omessa comunicazione del Sindaco all’intero Consiglio Comunale dell’epoca, della esistenza a quella data di ben due Pareri tecnici “non favorevoli” (serva da monito agli attuali consiglieri di maggioranza!). La doverosa comunicazione avrebbe certamente messo tutti i consiglieri presenti in aula in condizioni migliori per poter esprimere con cognizione di causa il proprio voto;
• Aver impresso una rilevante accelerazione alla procedura di approvazione della Bozza di Convenzione, redatta unilateralmente dalla Società Heracle, senza un preventivo e obbligatorio esame della stessa da parte di consulenti giuridici del Comune: ciò avrebbe permesso di inserire, per esempio, alcune clausole rescissorie a maggior tutela degli stessi consiglieri di maggioranza e della intera cittadinanza;
• Le circostanze in cui è avvenuta la discussione dei temi relativi all’impianto di compostaggio nei Consigli Comunali del 21 e 26 aprile 2016, prima fra tutte la premura del Presidente del Consiglio di approvare la Convenzione il 21 aprile, giorno in cui vi era la presenza degli amministratori della Società Heracle nell’aula consiliare;
• Assenza delle comunicazioni necessarie alla cittadinanza nei tempi e modi previsti dalla normativa vigente in materia;
• Quanto al parere di “impegno ambientale”, profuso dal sindaco nella sede della Conferenza dei Servizi del 16 luglio 2014, esso non risponde al principio di precauzione, in virtù dell’esclusivo ruolo di Massima Autorità Sanitaria locale da lui rivestito. Il principio di precauzione è il principio generale del diritto comunitario che fa capo all’art. 174 paragrafo 2 del trattato CE, trasposto nell’art. 301 del T.U.A., che fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici.
Ci chiediamo quali ragioni abbiano condotto in tale direzione e quali apparentemente in senso opposto mentre, nello stesso tempo, aleggiano intorno alla sua eminente figura le ombre che legittimamente sorgono all’indomani di una mai chiarita vicenda giudiziaria che, ricordiamo per i più disattenti, affligge l’onorabilità di un ente e dei suoi abitanti tutti e che solo una coraggiosa iniziativa collettiva, eventualmente assistita da illuminazione divina, potrebbe dissolvere, restituendo alle funzioni pubbliche l’autentica dignità: le dimissioni!
Questa è l’unica decisione coerente che ci appare di proporre rispetto a questa avventura amministrativa, nella sua vera accezione terminologica.
Saranno i successivi amministratori eletti, che auspichiamo in possesso di migliori e rinforzati anticorpi, ad affrontare le corrette soluzioni affinché tale impianto non venga realizzato.
Consigliere comunale Dott. Giuseppe Polito