Fernando Colonna ha 38 anni, è di Francavilla Fontana ed esattamente da 50 giorni è completamente guarito dopo essere stato sottoposto a un delicatissimo trapianto di rene e pancreas. Se oggi si sente bene o, come dice, è letteralmente rinato, lo deve non solo a chi ha eseguito l’intervento chirurgico (a Padova) ma anche e forse soprattutto a chi l’ha seguito prima e dopo, cioè il personale del reparto di Nefrologia del “Dario Camberlingo” della Città degli Imperiali e, in particolare, i dottori Massimo Di Tullio e Domenica Biasi.
Fernando scoprì di avere il diabete all’età di 18 anni ed è superfluo dire che da allora la sua vita cambiò radicalmente: l’insulina per cinque volte al giorno e poi, tre anni fa, in seguito a una seria insufficienza renale, anche la dialisi.
Un po’ scoraggiato, decise di seguire il percorso di cure e sostegno, anche psicologico, nell’ospedale della sua città che – gli era stato detto – disponeva di grandi professionisti nel settore nefrologico. Giorno dopo giorno, però, non solo cominciò a sentirsi meglio fisicamente, ma da un punto di vista psicologico.
I consigli e le cure dei medici Di Tullio e Biasi si sono dimostrati, nel tempo, più che azzeccati, tanto da avergli consentito di giungere al 27 settembre – data fissata per il duplice trapianto, mica uno scherzo, in Veneto – nel migliore dei modi, perfettamente pronto.
«I dottori e il personale ospedaliero – racconta oggi, col sorriso sulle labbra – mi hanno restituito quella forza e quel coraggio che purtroppo inizialmente avevo perso proprio a causa della mia malattia e mi hanno idealmente accompagnato nel mio viaggio della speranza al Nord, era proprio come se fossero lì con me».
Il 30 ottobre, Fernando è tornato nella sua Francavilla e, per il decorso post-operatorio, si è ovviamente rivolto a coloro i quali l’avevano seguito in precedenza. «Sono ormai cinque anni che frequento Nefrologia a Francavilla – dice il 38enne – e posso dire che in questo arco di tempo in quel posto mi hanno letteralmente salvato: oggi mi sento benissimo, mi sottopongo regolarmente ai controlli, mangio e bevo ciò che mi pare senza necessità di iniettarmi alcunché».
Una storia di buona sanità come le tante che negli ultimi anni sono state scritte da un reparto prossimo alla soppressione a causa del cosiddetto piano di riordino della Regione. Fernando ha accolto la notizia della chiusura con estremo rammarico non tanto per sé, ma per quanti, al suo pari, potrebbero avere necessità di assistenza specialistica di altissima qualità. «Io, nel mio piccolo, e sulla scorta della mia esperienza personale – dichiara ancora – mi auguro che chi di dovere possa fare un passo indietro e lasciare aperto quel reparto. Se un ospedale può contare su di un’eccellenza largamente riconosciuta e unanimemente apprezzata dai pazienti – ragiona – perché sottrargliela?». Già, perché?
Eliseo Zanzarelli