Dopo la citazione diretta a giudizio dello scorso marzo, si è celebrata stamattina (13 novembre 2017) l’udienza di comparizione del processo per diffamazione e minaccia aggravate, nei confronti del giornalista Filippo Melillo, a carico del sindaco di Francavilla Fontana Maurizio Bruno. L’ex conduttore di Canale 85 (oggi a Studio 100) – rappresentato dall’avvocato Sandra Melillo – si è costituito parte civile, depositato una lista testimoniale e chiesto danni per 30mila euro. La prossima udienza si terrà il 13 giugno 2018, quando sarà ascoltato proprio Melillo. L’avvocato difensore di Bruno, Pasquale Fistetti, ha prodotto a propria volta una lista testi a discarico dell’imputato, con quest’ultimo che potrebbe rendere dichiarazioni spontanee e produrre documenti in grado, a suo dire, di scagionarlo dalle accuse. Il litigio tra Bruno e Melillo, con tanto di coda velenosa finale, avvenne il 29 luglio 2015 durante una trasmissione radiofonica sulle frequenze dell’allora Quarto Canale Radio con sede in corso Garibaldi. Melillo era inizialmente assistito dall’avvocato Domenico Attanasi, il quale la scorsa estate ha però rinunciato all’incarico, per ragioni di opportunità, dopo che la scorsa estate, da consigliere comunale, aveva concesso proprio a Bruno un sostegno politico condizionato e a tempo (poi comunque revocato anticipatamente).
I fatti. È il 29 luglio del 2015 e su Quarto Canale è trasmessa in diretta l’ultima puntata (prima della pausa estiva) della trasmissione “Francamente” condotta dal direttore Gianni Canalire. Tra i suoi ospiti figurano anche Bruno e Melillo, che già on air si scambiano qualche frecciatina. Il peggio, però, arriva dopo, a microfoni spenti, quando i due vengono – tra insulti e spintoni – quasi alle mani e gli altri presenti devono separarli. Il primo cittadino è una furia e, tra le altre cose, dà a Melillo del “giornalista a busta paga dei politici” e dice ad alta voce che non pagava i dipendenti. Nel decreto di citazione a giudizio si fa riferimento anche alla minaccia di un pugno, scongiurato grazie all’intervento di Giuseppe Zammarano, titolare dell’edicola “Ai Portici”, che è sul posto in qualità di spettatore. All’indomani, Melillo – all’epoca assistito dall’avvocato Domenico Attanasi – denuncia la sua versione dei fatti ai carabinieri, mentre Bruno si difende negando tutto e sostenendo di essere stato provocato. Lo scorso gennaio giunge l’avviso di conclusione delle indagini, e il primo cittadino decide di rincarare la dose dal suo profilo facebook: «Sono caduto nella trappola. Non aspettava altro che gettarmi in un confronto acceso per poi dire che l’ho aggredito e diffamato, querelarmi. Io non lo so come questa storia andrà a finire. Ma di una cosa sono certo, io bugie in quella trasmissione non ne ho dette. Ho accusato il giornalista di fatti abbastanza gravi, e forse lui pensa che io apra la bocca per sentito dire e non avessi niente in mano. Ma io – concludeva Bruno – parlo solo quando ho le carte, e quelle carte, adesso, dovrò utilizzarle per dimostrare che non l’ho diffamato. Ne valeva la pena?».
Da oggi Melillo è ufficialmente parte civile e rivendica i danni. Il processo, però, entrerà nel vivo soltanto a partire dal 13 giugno 2018, quindi probabilmente con le nuove elezioni amministrative nella Città degli Imperiali già alle spalle (sempre che il primo cittadino sia effettivamente sfiduciato dal Consiglio comunale del 27 novembre).