Tredici consiglieri comunali su 25 hanno firmato la mozione di sfiducia per far concludere anticipatamente il mandato elettorale del sindaco Maurizio Bruno e della sua Amministrazione (insediatasi nel 2014). Il documento è stato protocollato questa mattina (martedì 31 ottobre) e sarà discusso in aula tra non meno di dieci giorni e non più di 30, quindi al massimo tra un mese il primo cittadino e i suoi – salvo improbabili sorprese – saranno costretti a fare le valigie e a lasciare Castello Imperiali.
Una prima mozione era già stata discussa nelle assise lo scorso 29 agosto, quando però il sostegno esterno dei consiglieri comunali Euprepio Curto e Domenico Attanasi aveva, di fatto, soffocato le intenzioni della minoranza. Stavolta, nonostante le dimissioni di Attanasi (che sarà surrogato da Antonella Iurlaro), il quadro è diverso, i numeri ci sono e, dunque, l’era Bruno sembra davvero volgere al termine dopo circa tre anni e mezzo.
Non sono mancati, nelle scorse ore, dei tentativi estremi di recupero, ma – a quanto si apprende – nessuna porta è stata trovata aperta e neppure socchiusa. Oltre a quelli di Partito democratico e Noi ci siamo – le uniche forze politiche rimaste fedeli – nessuno degli altri componenti il massimo organo comunale sembra disposto a fornire un contributo e a scommettere in un rilancio dell’azione amministrativa.
Soltanto ieri, dal movimento civico #Insieme (che vanta un assessore, Luigi Galiano, ma non consiglieri) era giunto un appello per far “sopravvivere” Bruno almeno sino a fine anno così consentendogli di portare a termine alcune questioni importanti tuttora in sospeso (dirigenti dell’Ufficio tecnico, stadio, strade, rondò in zona industriale, palasport, Ente Fiera e Zes-Centro di carico intermodale). Un appello rimasto inascoltato.
Oggi, infatti, gli oppositori hanno deciso di formalizzare una decisione che nella maggior parte di loro era maturata già da tempo. Le firme in calce alla mozione sono quelle di: Mimmo Bungaro, Sara Milone, Gianni Capuano, Antonio Andrisano, Emanuele Modugno, Giuseppe Cavallo, Carmela Lopalco, Luigi Fanizza, Euprepio Curto, Maria Passaro, Angelo di Noi, Dario Mancino, Giacomo Gallone. L’opposizione, insomma, è riuscita a fare 13.
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