Precipitò dal lucernario della chiesa, chiesto il processo per parroco e zio: omicidio colposo

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Masimiliano Iunco
Masimiliano Iunco

Il sostituto procuratore Raffaele Casto ha chiesto il rinvio a giudizio per il 42enne francavillese don Francesco Sternativo e per il 56enne oritano Michele Barletta, zio del 44enne Massimiliano Iunco, che intorno alle 22,30 del 28 maggio dello scorso anno precipitò dal lucernario della chiesa di San Francesco di Paola in San Barsanofio a Oria e, intorno alle 15,15 del giorno seguente perse la vita in ospedale a Brindisi. Il capo d’imputazione è di omicidio colposo.
La responsabilità di Sternativo, difeso dall’avvocato Luigi Rella del Foro di Lecce, sarebbe consistita – secondo la pubblica accusa – nell’aver consentito a Iunco, tra gli altri, di raggiungere la cupola del luogo di culto, teoricamente non raggiungibile, per scattare delle foto dall’alto, peraltro in equilibrio precario (e come già successo in altre occasioni).
La responsabilità di Barletta, difeso dall’avvocato Pasquale Franco Fistetti del Foro di Brindisi, sarebbe invece consistita – sempre stando alle tesi della Procura – nel non aver garantito la sicurezza di suo nipote nei momenti precedenti la sua caduta nel vuoto. Barletta, in sostanza, manteneva la scala grazie alla quale Iunco, superato un dislivello, sarebbe riuscito a fotografare meglio degli addobbi all’interno della chiesa.
Quella sera, però, qualcosa andò storto e Iunco dapprima cadde dapprima da un’altezza di tre circa tre metri per poi sfondare un lucernario-oblò in plexiglass e fare un ulteriore volo di circa sette metri fino al pavimento interno della chiesa. Le sue condizioni parvero sin da subito molto serie e, quando già aveva perso i sensi, fu trasportato a bordo di un’autoambulanza del servizio 118, in codice rosso, presso l’ospedale di Brindisi, dove fu ricoverato nel reparto di Rianimazione. Lottò sospeso tra la vita e la morte fino al pomeriggio del 29 maggio, poi spirò proprio al “Perrino”. Il suo decesso destò molta commozione nella comunità oritana, da cui Iunco era conosciuto e apprezzato per la generosità – testimoniata anche dall’impegno costante in parrocchia – e per far parte, da molti anni, del Gruppo sbandieratori e musici Città di Oria.
Le indagini furono sin da subito condotte dai carabinieri della stazione di Oria, al comando del luogotenente Roberto Borrello e coordinati dal sostituto procuratore Casto, e sono sfociate, lo scorso 9 ottobre, nella richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del sacerdote e del parente della vittima, che hanno dunque assunto la qualità di imputati. La persona offesa – la 39enne Annalisa Iunco, sorella della vittima, che potrà costituirsi parte civile nell’eventuale processo – è assistita dall’avvocato Pasquale Annicchiarico del Foro di Brindisi. Ora starà al Gip pronunciarsi.

 

 

 

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