Commerciante multato per abbandono di rifiuti, il giudice annulla tutto: «Nessuna certezza»

Contrada Salinelle
Contrada Salinelle

Quei sacchetti avrebbe potuto gettarceli chiunque in campagna. Non esiste alcuna certezza che fosse stato il commerciante o suoi dipendenti a gettare in campagna quei rifiuti, così il giudice ha annullato multa e successiva ingiunzione di pagamento a suo carico e ha condannato la Provincia di Brindisi al pagamento delle spese. I fatti risalgono a tre anni fa, per la precisione al 4 novembre 2014, quando il titolare di un noto esercizio di Oria fu sanzionato dalla polizia locale di Brindisi che, in contrada Madonna della Scala, trovò in una busta della spazzatura un documento di trasporto con l’intestazione dell’impresa commerciale. Il 14 ottobre dell’anno dopo, il 2015, la Provincia di Brindisi notificò al negoziante un’ingiunzione di pagamento relativa a quel verbale di contravvenzione, ma il destinatario decise di opporsi per il tramite del suo legale – avvocato Gianluca Schifone del Foro di Brindisi – e si dichiarò del tutto all’oscuro dell’illecito amministrativo che, a suo dire, era stato commesso da altri. Una tesi con la quale, lo scorso 3 ottobre, ha concordato il giudice del Tribunale di Brindisi Stefano Marzo.

L'avvocato Gianluca Schifone
L’avvocato Gianluca Schifone

Dopo aver ascoltato i testimoni indicati dalla difesa (in primis i lavoratori), infatti, il magistrato ha concluso che: quel documento di trasporto era stato rinvenuto, durante il controllo a campione, in uno solo dei sacchi sparsi, per circa un chilometro, tra le campagne di Oria; che quotidianamente giungevano in quel negozio piccoli e grandi prodotti, con annessi imballaggi e documenti di trasporto, da consegnare ai clienti; che quei prodotti erano consegnati ai clienti completi d’imballaggio e documento di trasporto; che, insomma, non è possibile stabilire se il documento di trasporto fosse stato abbandonato dal negoziante, dai suoi dipendenti o da qualunque cliente, dunque individuare con assoluta precisione l’autore dell’illecito. Di qui l’annullamento dell’ingiunzione di pagamento e la condanna della Provincia al pagamento di 370 euro (70 per spese, 300 per competenze) oltre al 15 per cento per spese generali, Iva e Cassa Forense.

 

 

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