Stipendi in ritardo, niente pause e strumenti obsoleti: protestano i dipendenti di un call center

protesta sciopero sit in call center

Da qualche mese a questa parte non percepiscono compensi e, in più, lamentano di non usufruire delle pause dovute (15 minuti ogni due ore e non ogni sette ore). Inoltre, sempre a loro dire, il luogo in cui lavorano non sarebbe il massimo in fatto di sicurezza. Questi i principali motivi per i quali, stamattina, un centinaio di dipendenti di un noto call center con sede a Francavilla Fontana hanno deciso d’incrociare le braccia e di protestare.

Una protesta pacifica e composta per rivendicare i propri diritti. Non è più possibile andare avanti di questo passo, sostengono, anche perché oggi come oggi neppure lo stipendio a 33 giorni – altro oggetto del contendere – giunge puntuale come un tempo.

Nei prossimi giorni (il 22 settembre) i rappresentanti sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici incontreranno i responsabili dell’azienda per illustrate loro la situazione e per cercare una soluzione.

Nel corso dell’assemblea odierna fuori dai locali dell’attività, qualcuno ha ricordato come il personale, nei giorni più caldi dell’estate, sia stato anche costretto a fare una colletta per acquistare almeno dei ventilatori, data l’assenza di climatizzatori.

Da verificare – sempre stando alle ragioni all’origine del sit-in – poi le condizioni di sicurezza (ambiente chiuso, nessuna via di fuga) e l’efficienza della strumentazione (pc, tastiere e mouse obsoleti e spesso mal funzionanti).

 


 

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