Dopo quelle per Clementino, intervallate dai complimenti bipartisan per la bella tre giorni di jazz in piazzetta San Marco, ecco che sui social e per strada tornano a scatenarsi le polemiche intorno agli eventi del cartellone estivo di Francavilla Fontana.
Un cartellone che, a differenza di quelli dei comuni limitrofi, si spinge ben oltre agosto per concludersi idealmente a metà settembre con i festeggiamenti in onore della patrona Maria Santissima della Fontana (in programma per il 13, 14 e 15 del mese).
Una grande festa di popolo e una sorta di spartiacque per gettarsi alle spalle i ritmi blandi e quel po’ di relax della bella stagione e per rituffarsi nella routine autunno-invernale.
Da che Festa della Madonna è Festa della Madonna – le sue origini affondano nella notte dei tempi – i francavillesi si aspettano da essa una chiusura con luminarie e botti. Non soltanto nel senso pirotecnico, ma anche e forse soprattutto in termini di spettacolo.
Se, infatti, nell’immaginario collettivo, la Settimana Santa deve (o dovrebbe) rappresentare soprattutto fede e raccoglimento, la Madonna della Fontana è anche l’ultima occasione di svago. Qualcosa di accostabile al Capodanno.
Così, date le premesse, ci si attende sempre quel non si sa che di roboante e memorabile dal Comitato festa patronale (che è, di fatto e storicamente, una propaggine dell’Amministrazione comunale di turno). Le aspettative, insomma, erano anche quest’anno alte soprattutto verso il tradizionale concerto finale e si pensava potessero essere soddisfatte come, peraltro, già talora avvenuto in passato.
Nei giorni scorsi è persino circolata voce che l’ospite di grido sarebbe stato Biagio Antonacci, che – per carità – può piacere e non piacere, ma è sicuramente un artista di caratura internazionale. Soltanto che da tempo la coperta delle finanze comunali è piuttosto corta, così anche stavolta ci si dovrà accontentare non dell’originale ma di una cover: “Biagio Antonacci tributo – Senza un nome” (15 settembre, ore 21,30, piazzale Giovanni XXIII – stavolta non allo stadio).
Il fatto che in realtà non si trattasse del vero Biagio Antonacci e quella piccola dicitura “tributo” sulla locandina dell’evento hanno quindi nuovamente scatenato l’ironia e il sarcasmo su facebook e nei principali luoghi di ritrovo: ogni riferimento al salasso Tari non è stato, ovviamente, casuale…
Quindi è tornato in voga il vespaio che aveva già investito il pre e il post Clementino, con più di qualcuno a chiedersi se, per caso, i soldi spesi per il rapper campano (circa 18mila euro) non avrebbero potuto essere destinati al Comitato, che in questo 2017 – dopo i discreti incassi, pubblici e privati, degli scorsi anni e un altrettanto discreto riscontro da parte dei cittadini – si è visto ridurre, anche in maniera consistente, il sostegno economico del Comune (15mila euro prelevati dal fondo di riserva).
E, insomma, magari la cover suonerà anche dell’ottima musica – nulla contro, e ci mancherebbe – ma quanti già si pregustavano un “concerto della Madonna” rimarranno ugualmente un po’ delusi.
El. Zanz.