Quando ormai non ci sperava più, è giunta una chiamata del tutto inaspettata: «Buonasera, nel nostro carrello c’era questa borsa con dentro il cellulare da cui la stiamo chiamando e articoli per l’infanzia, come possiamo fare per restituirgliela?».
È una storia di straordinaria onestà quella che ha deciso di raccontarci una donna residente a Oria. Nella serata di sabato scorso (2 settembre) si è recata insieme con la sua famigliola – marito e due bimbi – al centro commerciale Auchan di Mesagne per fare un po’ di spesa.
«Dopo aver terminato gli acquisti – ricorda – usciamo dalla galleria, scarichiamo la spesa dal carrello e la carichiamo nel portabagagli dell’auto, lasciamo il carrello al suo posto e ce ne torniamo a casa. Solo che, in un secondo momento, mi rendo conto di aver lasciato, oltre al carrello, anche la mia borsa con dentro il portabiberon, il portaciuccio. il giubbino del bimbo con dei pantaloni di ricambio, le salviettine… Insomma, per una mamma tutte cose indispensabili. Ma all’interno c’erano anche le chiavi di casa e il mio cellulare!».
Mentre i coniugi pensavano di tornare indietro nella speranza remota di ritrovare la borsa e il suo contenuto, ecco che intorno alle 21,30 squilla il telefono del marito. Dall’altra parte, il numero della moglie: «È stato proprio grazie al mio cellulare – racconta ancora – che è stato possibile contattarci, ma è stato soprattutto grazie all’onestà di una coppia che non ci ha pensato su due volte a restituirci ciò che era nostro. Una signora dai capelli lunghi e ricci e un signore dai capelli brizzolati hanno recuperato il mio cellulare e hanno avuto l’ottima idea di richiamare gli ultimi numeri memorizzati nel registro chiamate. Dopo una serie di telefonate, insomma, il tutto si è concluso nel migliore dei modi: siamo tornati nel parcheggio del centro commerciale, ci siamo incontrati con quest’altra coppia, a bordo di una Fiat Panda di colore grigio, che molto gentilmente ci ha restituito la borsa e tutto il suo contenuto».
«Tanto di cappello a queste persone speciali, di cui non conosco i nomi – conclude la donna – che ho già ringraziato dal vivo, ma alle quali tengo a rinnovare pubblicamente i ringraziamenti poiché penso lo meritino: hanno preferito usare un cellulare abbandonato in una borsa abbandonata e legata a un carrello abbandonato per rintracciare il proprietario anziché impossessarsene e o disinteressarsene. Che Dio benedica questa gente onesta, al giorno d’oggi una rarità!»