La stagione balneare, perlomeno quella ufficiale, sta per concludersi e anche quest’anno, come in quelli precedenti, non sono mancati i disagi. Lo Strillone se n’è occupato e li ha denunciati pressoché quotidianamente, soprattutto dietro impulso dei bagnanti che si sono scatenati con le segnalazioni. Si è parlato di: ombrelloni, tende e gonfiabili in prima fila a ridosso della battigia per l’intera estate – salvo qualche blitz della polizia locale; di sedie, bombole e altri oggetti segnaposto; di passi carrabili fasulli; di siringhe usate e mozziconi gettati nella sabbia; di occupazioni abusive del suolo pubblico; di accampamenti ferragostani; di marciapiedi stretti e sporchi quando esistenti; di rifiuti un po’ ovunque e in primis sulle dune. Ed ecco che dunque possiamo tirare le somme e lo facciamo, sempre mossi da spirito costruttivo affinché le cose nel tempo possano migliorare, con una raccolta d’immagini immortalate, a San Pietro in Bevagna (Manduria), da un bagnante particolarmente attento e indignato. Questi ha contattato in più occasioni le Autorità locali e si è rivolto anche alla Regione, ma purtroppo senza avere riscontro. «La spiaggia andrebbe tenuta pulita – denuncia, mentre pensa a un esposto alla Procura – e non è una facoltà, ma un obbligo di legge». Chiaro che un ruolo determinante lo gioca anche l’inciviltà dei fruitori, ma anche in questo caso sarebbe necessaria una maggiore presenza delle istituzioni pubbliche sia nella fase della prevenzione (leggasi educazione ambientale) sia in quella della repressione grazie a maggiori, più costanti e severi controlli. La costa jonica, molto frequentata anche dai residenti del versante occidentale del Brindisino, rappresenta una sorta di angolo di Paradiso, tanto che anno dopo anno riscuote sempre maggiori consensi tra i settentrionali e gli stranieri. Tuttavia, si è davvero in grado di accogliere a dovere questi inattesi flussi di villeggianti, questo turismo di massa?