Costò due milioni di euro, ma non è tanto e soltanto lo spreco di denaro pubblico a preoccupare. Quello che avrebbe dovuto essere il palasport di Villa Castelli si è negli anni trasformato in una cattedrale nel deserto – di esempi in Italia ce ne sono tanti – ma soprattuto in un monumento al degrado, tanto ambientale quanto, soprattutto, sociale. Come testimoniato dai residui nei quali ci s’imbatte nei corridoi più nascosti, l’immobile di proprietà comunale è un covo per tossicodipendenti. L’incubo dell’eroina si affaccia in una comunità piccola come quella castellana e ne mina la serenità. Il tutto è stato ben documentato dal servizio del collega Michele Iurlaro per Canale 85. Eccolo: