I consiglieri comunali Giuseppe Cavallo e Carmela Lopalco, in quota Alternativa popolare, non sono più organici alla maggioranza del sindaco Maurizio Bruno. Lo strappo si è consumato ufficialmente nel corso del Consiglio di ieri, quando proprio Cavallo con un duro intervento ha deciso di prendere le distanze da quella che, da gennaio 2016 fino a oggi, è stata anche la sua Amministrazione. Il capogruppo di Ap non ha lesinato duri attacchi agli ormai ex alleati del Partito democratico, che tra le altre cose ha definito megalomani. Si ricorderanno le tensioni seguite allo scontro tra lo stesso Cavallo e l’ex assessore Tommaso Resta durante una pausa della seduta delle assise dello scorso 26 giugno, con il Pd che dopo pretese le scuse pubbliche di Cavallo e quest’ultimo che si disse disposto a un chiarimento reciproco, ma riservato, con Resta. Scuse e chiarimento che, ad oggi, non ci sono stati. In seguito, si erano dimessi sia Resta che Bruno e, quando era stata nominata la nuova Giunta, Cavallo aveva indicato quale suo assessore non più Luigi Galiano (ex vice sindaco) ma Franco D’Alema. Quest’ultimo poi revocato proprio per decisione dei democratici. Ne è scaturito un tira e molla sfociato ieri nella decisione di Cavallo, condivisa dalla collega Lopalco (ex Pd) di togliere il disturbo e di lasciare, come da lui stesso detto, spazio ad altri (il riferimento era a Euprepio Curto e Domenico Attanasi). Le ragioni di Cavallo, comunque, non risiedono – a suo dire – soltanto nel non aver ottenuto la rotazione degli assessori (D’Alema al posto di Galiano) nell’interesse del partito, ma anche nel mancato rispetto da parte dell’Amministrazione degli impegni assunti sul programma. In tempi non sospetti, Cavallo e Ap avevano chiesto a Bruno un’inversione di rotta per il rilancio dell’azione amministrativa. L’effetto domino in Alternativa popolare ha condotto poi, sempre nella serata di ieri, alle dimissioni del commissario cittadino di Ap Tonino Martina, il quale ha rimesso il mandato nelle mani del segretario provinciale Ciro Argese. Martina ha giustificato questa decisione come un tentativo di ricompattare il partito. Un partito un po’ in difficoltà proprio dopo il siluramento di Galiano e i regolamenti interni di conti. Nel frattempo, il primo cittadino e i suoi – nonostante le defezioni di Cavallo e Lopalco – sembrano intenzionati ad andare avanti e a cercare di volta in volta i numeri necessari a proseguire questa travagliata esperienza alla guida di palazzo di città. Di fatto, insomma, la composizione della maggioranza è cambiata nuovamente. D’ora in poi ne faranno ufficialmente parte soltanto il Pd e Noi ci siamo, mentre da Progetto per l’Italia (Attanasi e Curto) potrebbe giungere un sostegno condizionato all’avverarsi di specifici e condivisi punti del programma (approfondimenti in un successivo articolo).