Erchie, il Riesame: il sindaco resta ai domiciliari, torna libero il suo ex vice

A sinistra Domenico, a destra Giuseppe Margheriti
A sinistra Domenico, a destra Giuseppe Margheriti
L'avvocato Michele Iaia
L’avvocato Michele Iaia

Il sindaco di Erchie resta ai domiciliari, il suo ex vice torna libero. È quanto deciso oggi dal Tribunale del Riesame, che ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata, in nome e per conto di Giuseppe Margheriti, dall’avvocato Raffaele Missere, e accolto quella presentata, in nome e per conto di Domenico Margheriti – noto anche come “Domenghini” – dall’avvocato Michele Iaia. I due sono accusati di corruzione – fatti risalenti alla precedente Amministrazione, tra il 2012 e il 2014 – ed erano stati arrestati lo scorso 4 luglio a conclusione di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Nei giorni immediatamente successivi all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, l’ex vice sindaco – oggi semplice consigliere comunale dopo essersi candidato a sindaco, proprio contro G. Margheriti, nel 2015 – si era dimesso dalla carica. Anche da ciò, ma non solo né principalmente da ciò, secondo la tesi sostenuta dal suo difensore Iaia e condivisa dal Riesame, l’insussistenza delle esigenze cautelare: pericolo di reiterazione del reato, pericolo di fuga, pericolo d’inquinare le prove. L’ordinanza di custodia cautelare è stata totalmente annullata anche tenendo conto della contestazione, da parte della difesa, dei gravi indizi di colpevolezza oltre che delle esigenze cautelari.

Il primo cittadino, rieletto nel 2015, non ha ritenuto, in questa fase, di rassegnare le dimissioni e, di fatto, ha lasciato la reggenza del suo mandato alla sua attuale vice Chiara Saracino. Il prefetto di Brindisi l’aveva comunque sospeso dalle funzioni. Il suo legale, una volta conosciute le motivazioni della decisione, potrebbe rivolgersi alla Corte di Cassazione. Davanti al Gip, dopo gli arresti, erano state opposte le scelte: G. Margheriti si era avvalso della facoltà di non rispondere in attesa di leggere con più precisione gli atti del fascicolo a suo carico, mentre D. Margheriti aveva risposto punto su punto alle domande del giudice.

 

 

 

 

 

 

 

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